La Nuova Sardegna

Parco nel Campidano, ministeri divisi

di Luciano Onnis
Parco nel Campidano, ministeri divisi

Termodinamico tra Gonnosfanadiga e Guspini: l’Ambiente dice sì, i Beni culturali sono contrari

17 luglio 2017
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GONNOSFANADIGA. Ministeri contro: fra Ambiente e Beni culturali c’è divergenza totale sulla realizzazione in terra sarda, dove la contrarietà è pressoché totale, del mega impianto solare termodinamico “Gonnosfanadiga” che la omonima società con sede legale a Londra del gruppo “Energo Green” intende realizzare alle pendici del compendio montano del Linas, fra Gonnosfanadiga e Guspini, in un'area di 232 ettari intensamente a vocazione agricola. Fra i due litiganti, con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti favorevole (“purché si rispettino le 12 prescrizioni principali che mirano a garantire la compatibilità ambientale dell’opera”, ha detto rispondendo a una interrogazione del deputato del Centro democratico Roberto Capelli) e il collega dei Beni culturali, Dario Franceschini, decisamente contrario, la palla passa al Consiglio dei ministri per una valutazione complessiva, il cui iter è in corso. Un parco termodinamico gigantesco quello della "Gonnosfanadiga srl", con potenzialità produttive di produzione di 55 Mwe di energia, che andrebbe a incidere pesantemente sull'economia agricola della zona e che creerebbe una ferita profonda all'assetto ambientale e paesaggistico del territorio. Il confronto del 9 giugno scorso a Roma alla presidenza del consiglio dei ministri fra ministero dell'Ambiente e la task force giunta dalla Sardegna per ribadire che quell'impianto solare non deve essere fatto e che per impedirlo ci saranno barricate e battaglie su tutti i fronti, è servito solo a rimarcare che nell’isola vuole l’impianto e che il Governo non può calare le proprie decisioni senza tenere conto della volontà locale. In occasione delle due grandi manifestazioni che, organizzate dal comitato “No Megacentrale”, si sono tenute a distanza di qualche mese nell'area in cui dovrebbe sorgere l'impianto di cattura energetica, il sindaco di Gonnosfanadiga, Fausto Orrù, aveva ribadito ad alta voce che “Qui sarà una nuova Pratobello”, ricordando la rivolta degli anni Sessanta dei pastori del Nuorese che si opponevano alla realizzazione nelle loro terre di pascolo di un poligono militare per esercitazioni belliche. Al termine di giornate di protesta abbastanza cruente, la spuntarono i pastori. “Noi faremo lo stesso – aveva minacciato il sindaco Orrù –, quell'impianto solare qui non sarà mai realizzato”. Al faccia a faccia romano, chiesto e sollecitato più volte dalla Regione Sardegna, c'era l'assessore regionale dell'Ambiente, Donatella Spano, i sindaci di Gonnosfanadiga, Guspini (Giuseppe De Fanti) e Villacidro (Marta Cabriolu), la Soprintendenza archeologica nazionale, un alto funzionario del ministero dei Beni culturali schierato apertamente dalla parte dei “ribelli” giunti dall'isola e contro i "cugini" ministeriali dell'Ambiente.

I lasciapassare al progetto “Gonnosfanadiga” rilasciati dal ministero e dalla Commissione nazionale di Valutazione d'impatto ambientale erano stati contestati duramente dalla delegazione sarda con argomentazioni forti, dati alla mano, filmati e considerazioni socio-economiche inconfutabili. In altre parole, chi aveva dato parere favorevole, era stato messo alle corde e costretto a prendere atto (almeno in apparenza) che serviva una riflessione seria sulla realizzazione di quel devastante progetto. “Vi faremo sapere”, avevano detto i funzionari del ministero al termine dell'incontro chiesto e sollecitato più volte dalla Regione. Poi è arrivata la risposta del ministro Galletti al deputato Capelli, e da allora tutto tace.

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