La Nuova Sardegna

La ripresa è un miraggio l’isola non esce dal tunnel

di Alessandro Pirina
La ripresa è un miraggio l’isola non esce dal tunnel

Le province sarde arrancano: Sassari, Cagliari e Nuoro tra le ultime in Italia

18 luglio 2017
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SASSARI. Il tunnel della crisi in cui è precipitata l’isola è senza uscita. La Sardegna sembra impassibile, apatica, immobile. Mentre le altre regioni provano a risalire, cogliendo anche risultati positivi nella strada verso la luce, l’isola resta ferma, impaludata in una stagnazione che la sta condannando ai bassifondi dell’economia italiana. Le quattro province sarde si trovano tutte nelle ultime 15 posizioni della classifica delle 103 città che provano a reagire alla crisi. Peggio di tutti in Italia fanno Aosta, Rieti e Crotone, ma nelle altre regioni ci sono province in profondo rosso e altre più dinamiche. In Sardegna invece appartengono tutte alla prima categoria. Tutte e quattro le province appaiono come malati in coma nei cui confronti qualsiasi cura è inefficace. In coda alla classifica del Sole 24 Ore c’è Sassari, che ormai (ri)comprende anche la Gallura, centesima in Italia su 103. Non sta meglio Nuoro, al 99esimo posto tra le province italiane meno reattive. Poi due posti occupati dalle siciliane Catania e Palermo ed ecco Cagliari, in 96esima posizione. La provincia sarda che sta meglio è Oristano, ma solo se messa a confronto con le altre città sarde. In realtà non riesce ad andare oltre l’88esimo posto.

Reddito pro capite. A frenare la ripresa della Sardegna è innanzitutto la mancata crescita del reddito pro capite. A Cagliari la ricchezza individuale dal 2013 al 2016 ha perso lo 0,9 per cento e oggi si attesta a 20.597 euro. Meglio di Siracusa, dove in tre anni è crollata del 13 per cento, ma comunque la quarta peggiore d’Italia. Sassari, invece, è ferma al 2013, con lo stesso reddito pro capite, circa 17mila euro, mentre Nuoro fa un piccolo balzo in avanti dello 0,4 per cento e raggiunge quota 16,5 mila euro. Situazione nettamente più rosea a Oristano, dove i residenti vedono aumentare il proprio reddito del 5,2 per cento, anche se resta comunque il più basso della Sardegna, pari a 15.756 euro.

Depositi in banca. Uno scenario simile si registra anche in banca. Sassari è l’ottava provincia d’Italia in cui i depositi bancari sono cresciuti meno in tre anni: 8.379 euro, solo il 3,8 per cento in più. Nuoro registra un più 6,3 (pari a 7.655 euro), Cagliari più 8,9 (pari a 11.212). Oristano si conferma la provincia più dinamica (più 13,4 per cento), ma i conti in banca restano i più leggeri: la media è di 7.331 euro.

Case. Milano è l’unica provincia in Italia in cui il prezzo delle case è aumentato. Nel resto della penisola solo flession, ma si va dal meno 1,4 di Bologna al meno 16,1 di Rieti. La Sardegna sta nel mezzo: Nuoro ha perso l’8,3 (1.100 euro a metro quadro), Cagliari e Oristano il 9,1 (1.500 euro nella prima e 1.000 nella seconda), mentre a Sassari (1.250 euro) il calo è stato pari al 10,7.

Disoccupazione. A caratterizzare questo scenario a tinte fosche nell’isola è il tasso di disoccupazione. A Sassari in tre anni è calato del 30,6 per cento. Peggio hanno fatto solo Pistoia, Massa e Prato. Situazione disastrosa anche a Nuoro: più 26,2. E all’aumento dei disoccupati purtroppo corrisponde un crollo dei laureati. In tre anni Cagliari ha registrato un saldo pari a meno 8,2 e Sassari a meno 6,9. Meglio di Bolzano (meno 24,3) ma il confronto va fatto con Reggio Emilia: dal 2013 il numero dei laureati è cresciuto del 21,2.

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