La Nuova Sardegna

La riforma sanitaria spacca la Sardegna e già si pensa a correggerla

La riforma sanitaria spacca la Sardegna e già si pensa a correggerla

Diversi territori sono contrari. In Ogliastra e in Gallura pronta la mobilitazione

05 agosto 2017
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CAGLIARI. Promossa, bocciata o rimandata? La riorganizzazione degli ospedali, mappa inclusa, è stata letta da molti, ma non ancora metabolizzata da tutti. Anche se la levata di scudi immediata e a macchia di leopardo, da La Maddalena fino a Cagliari, ha confermato che il centrosinistra dovrà ancora lavorare molto, moltissimo, per convincere – stando alle parole dell’assessore Luigi Arru – che «il nuovo è di sicuro migliore e più sicuro del vecchio sistema».

Alla fine a decidere fra settembre e ottobre sarà il Consiglio regionale, anche se prima dovrà esprimersi, con un parere obbligatorio ma non vincolante, il Consiglio delle autonomie locali, che rappresenta i territori e dunque chi oggi, in larga parte, è contrario alla riforma.

In particolare ci sono alcuni territori che si stanno già mobilitando. In Ogliastra, ad esempio, la richiesta dei sindaci era quella di un ospedale di primo livello e dunque è stata annunciata una manifestazione di piazza a settembre.A Siniscola l'Unione dei comuni ha detto no alla chiusura del distretto. Alla Maddalena riparte la rivolta sulla questione del punto nascita, si preparano nuove iniziative clamorose. In generale è tutta la Gallura a lamentare di essere penalizzata dall'impianto della nuova legge.

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