La Nuova Sardegna

I minatori di Olmedo di nuovo nei pozzi

di Gianni Bazzoni
I minatori di Olmedo di nuovo nei pozzi

Riparte la protesta dei lavoratori: nessuna offerta al bando regionale per l’assegnazione dell’impianto di bauxite

05 settembre 2017
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OLMEDO. Quando da settimane non arrivano più risposte, quando le certezze tornano a essere solo promesse e la tua vertenza assume le caratteristiche da storia di serie B, allora l’unica cosa che resta da fare è tornare alla lotta. Quella vera, che trasmette la disperazione dei lavoratori e delle famiglie. Ma anche tanta dignità. Da ieri mattina un gruppo di minatori di Olmedo si sono rifugiati in un sotterraneo della miniera, a 180 metri di profondità. È come quando il sommergibile se ne torna sotto e aspetta che accada qualcosa per tornare in superficie.

«Siamo stati dimenticati da tutti – hanno detto i lavoratori – per alcuni di noi è già finita a luglio la cassa integrazione, e non hanno più alcun reddito. Per gli altri la scadenza sta per arrivare, il 4 dicembre».

Quello di ieri non è un giorno qualunque, insomma non è stato scelto a caso per riavviare la vertenza. Il 4 settembre, a mezzogiorno, infatti, scadeva il termine per presentare offerte al nuovo bando di interesse per la miniera di bauxite di Olmedo promosso dalla Regione. L’aria che tirava ieri mattina in miniera non era delle migliori, accompagnata dalla convinzione che il bando non sembra avere richiamato grande interesse. La Regione, dal canto suo, ha diffuso una nota che può essere definita quantomeno interlocutoria.

«L’assessorato dell’Industria valuterà, entro i termini previsti dal bando, l’esito dell’avviso pubblicato nel luglio scorso che prevedeva la presentazione entro la data odierna (ieri, ndc) di eventuali manifestazioni d’interesse finalizzate al trasferimento della concessione mineraria di bauxite a Olmedo». Questa la dichiarazione dell’assessora regionale all’Industria Maria Grazia Piras che - in effetti - si è spesa molto (spesso in solitudine) su una vertenza complessa e delicata. «Abbiamo sempre seguito passo dopo passo la vicenda della miniera – ha detto la Piras – , dalla rinuncia dei vari concessionari al bando attuale per trovare un nuovo investitore, fino agli impegni assunti per garantire un sostegno al reddito ai lavoratori, una parte dei quali attualmente è assegnata ai lavori di competenza dell’ultimo concessionario. Nei prossimi giorni saranno approfonditi gli strumenti sull’eventuale accompagnamento dei lavoratori per il periodo di nuova concessione».

Resta da capire se davvero il bando è andato deserto, e quali saranno le conseguenze. O se invece nell’arco di 24 ore qualche proposta può ancora arrivare per via dei tempi di invio attraverso altri strumenti.

Gli operai intanto sono decisi ad andare sino in fondo. Tute arancioni, voglia di combattere per un lavoro che in quel settore può regalare ancora occupazione vera.

La produzione in miniera è ferma da oltre due anni, la società che aveva la concessione ha rinunciato e la miniera non riesce più a ricollocarsi sul mercato. Neppure dopo l’intervento della Regione e le trattative bene avviate.

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