La Nuova Sardegna

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La sonda Cassini si tuffa su Saturno gli ultimi dati arrivano in Sardegna

La sonda Cassini si tuffa su Saturno gli ultimi dati arrivano in Sardegna

CAGLIARI. Gli ultimi segnali inviati dalla sonda Cassini hanno impiegato 83 minuti per coprire i circa 930 miliardi di chilometri che separano Saturno dal Sardinia Radio Telescope dell’istituto...

16 settembre 2017
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CAGLIARI. Gli ultimi segnali inviati dalla sonda Cassini hanno impiegato 83 minuti per coprire i circa 930 miliardi di chilometri che separano Saturno dal Sardinia Radio Telescope dell’istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) a San Basilio, in provincia di Cagliari. Gli ultimi istanti di una missione partita dalla Terra nel 1997 sono stati registrati nell’isola pochi minuti dopo le 14: «Seguivamo Cassini dal 22 Agosto – spiega Andrea Possenti, direttore dell’osservatorio astronomico –. Per fortuna tutto è andato come era stato previsto, anche perché non avevamo una seconda possibilità». I dati trasmessi dalla sonda Cassini durante lo “splashdown” (ammaraggio) saturniano verranno studiati dagli astrofisici nei prossimi anni e serviranno per comprendere la composizione dell’atmosfera – spiega ancora Possenti che svela anche il motivo che convinto gli scienziati a pilotare Cassini verso l’autodistruzione –. La sonda aveva terminato il combustibile e si è scelto di sacrificarla per raccogliere ulteriori dati su Saturno, dato che ha continuato a trasmettere fino a poco prima che l’impatto con l’atmosfera la incendiasse. C’è anche un motivo “ambientale”, sebbene secondario: la sonda avrebbe potuto incidere sui satelliti di Saturno». Il tuffo di Cassini sarà il primo episodio di una lunga serie di trasmissioni interplanetarie dirette in Sardegna. infatti, quello che fino a poco tempo fa era un osservatorio dei corpi celesti adesso è diventato una stazione di raccolta dei dati inviati delle sonde in missione nel Sistema solare. Il radiotelescopio di San Basilio è entrato far parte del Deep Space Network e verrà nuovamente utilizzato dalla Nasa per monitorare il viaggio delle sonde che apriranno la strada per lo sbarco su Marte: «Un grande successo per l’Inaf ma anche la possibilità di vedere in faccia il futuro, perché il radiotelescopio di San Basilio rappresenta la nuova frontiera della raccolta dei dati dallo spazio grazie alla banda Ka, la porzione superiore delle frequenze a microonde dello spettro elettromagnetico che segue la banda K, conclude Possenti.

«Questa è la dimostrazione di come attraverso l’innovazione tecnologica e il capitale umano anche una zona decentrata come la nostra può svolgere un ruolo fondamentale», ha commentato il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, che ieri era al radiotelescopio di San Basilio. (c.z.)

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