La Nuova Sardegna

Pigliaru, nuovo appello: stop agli sbarchi di algerini

di Silvia Sanna
Pigliaru, nuovo appello: stop agli sbarchi di algerini

Seconda lettera al ministro Minniti: 162 arrivi nel Sulcis, superato il totale 2016 

27 settembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Più di 160 in una sola notte, divisi in piccoli gruppi, tra loro per la prima volta anche donne e bambini. È un flusso continuo e incontrollato sulle coste del Sulcis: migranti provenienti dall’Algeria che approdano quasi sempre di notte e a bordo di mezzi di fortuna, spesso vengono recuperati in mezzo al mare e tratti in salvo. Proprio come accaduto la notte scorsa. Il fenomeno è in aumento, al punto che con 1118 arrivi dall’inizio dell’anno sono già stati superati i numeri del 2016. Non c’è più tempo da perdere, dice il governatore Francesco Pigliaru, che per questo ha scritto per la seconda volta in un mese al ministro dell’Interno Marco Minniti. La richiesta è sempre la stessa, ribadita con più forza: stop agli sbarchi non autorizzati.

Secondo sos a Minniti. «Ritengo necessario moltiplicare gli sforzi affinchè il passaggio di migranti dall’Algeria cessi al più presto. Chiedo quali azioni concrete e urgenti il Governo intenda mettere in campo per frenare con la necessaria urgenza gli sbarchi, garantire l’immediato rimpatrio e rinforzare la presenza delle forze di polizia nelle aree di approdo». È un passaggio della lettera di Pigliaru, che poi lascia parlare i numeri: 1106 i migranti arrivati nelle coste del Sulcis l’anno scorso, a fine settembre 2017 siamo già a quota 1118. Un totale calcolato per difetto, perché non tiene conto dei nord africani che riescono a sbarcare sani e salvi nell’isola senza essere avvistati e poi si dileguano. Significa che se non si porrà un freno, con il ritmo attuale entro la fine dell’anno si potranno raggiungere i 1500 arrivi. Impensabile, secondo Pigliaru. Che con garbo ma fermezza invita il ministro Minniti a fare presto. Perché, come già evidenziato nella prima lettera, inviata il 2 settembre, gli sbarchi diretti nel Sulcis creano allarme sociale. E c’è una spiegazione: i pochi episodi criminali commessi da migranti riguardano essenzialmente algerini arrivati in Sardegna direttamente dal loro paese.

L’intesa con l’Algeria. Nella prima lettera a Minniti il governatore Pigliaru aveva individuato la strada da percorrere: attivare un’intesa tra il governo e italiano, finalizzata a interrompere il traffico diretto sulle coste del Sud Sardegna. Pigliaru sollecitava la firma di un accordo Italia-Algeria «per la gestione concertata del fenomeno migratorio. Perché solo in questo modo saremo in grado di contrastare efficacemente l’immigrazione irregolare verso la nostra Regione». Pochi giorni dopo rispetto alla prima lettera – che seguiva un appello analogo fatto a giugno durante un incontro a Roma – il ministro Minniti aveva incontrato in Algeria il ministro degli Interni Noureddine Bedoui. E i due si erano trovati d’accordo sulla neccesità di interrompere flussi migratori non autorizzati e potenzialmente pericolosi dall’Algeria al Sud Sardegna. Da allora però sono trascorsi circa 20 giorni e gli sbarchi sono aumentati. Un aspetto sottolineato da Pigliaru nel ribadire «l’apprezzamento per la tempestiva azione del Governo», in risposta alla sua lettera. Ora però occorre che dalle parole si passi ai fatti. Perché le strutture sono al collasso (in particolare il centro di Monastir per la prima accoglienza, che può ospitare massimo 100 persone) e l’isola è già chiamata a dare un contributo nell’ambito degli accordi internazionali: un impegno al quale la Regione non intende venire meno, come dimostrano i 6100 migranti attualmente ospitati nei 150 Centri delle prefetture e gli oltre 200 accolti nell’ambito dei progetti Sprar per la seconda accoglienza.

Cooperazione, l’isola c’è. Pigliaru non si limita a ribadire la richiesta di stop agli sbarchi, ma dà anche la disponibilità a lavorare insieme al governo nazionale per raggiungere l’intesa con quello algerino. La Sardegna ha la delega alla cooperazione internazionale dalla conferenza delle Regioni «ed è autorità di gestione del programma di cooperazione transfrontaliera euromediterranea nel piano Eni/Cbc Med 2014-2020». L’importante è che si faccia in fretta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative