Metanizzazione, pressing di Cisl e Cgil
I sindacati chiedono un’accelerazione sulla rete del gas. Ganga: il termine ultimo deve restare il 2025
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SASSARI. Il futuro dell’isola passa dalla metanizzazione. Ne è convinta la Regione, ne sono convinti i sindacati. «La madre di tutte le emergenze economico-produttive della Sardegna in questo momento è la questione-energetica – afferma Ignazio Ganga, segretario regionale della Cisl –. La crisi sarda è il frutto del sedimentarsi di “crisi diverse”, ma tutte con uno stesso denominatore: il differenziale, incolmabile, del costo della “bolletta energetica” fra le nostre imprese e quelle del resto d’Italia e d’Europa. Con l’avvento del metano, e con 50 anni di ritardo, la Sardegna dovrà impostare una sua politica energetica che annulli gli “svantaggi” oggi esistenti fra il Mwh fornito in Sardegna e quello disponibile in Spagna, in Francia o in Toscana». Per Ganga la base di partenza è il Patto per la Sardegna firmato da Pigliaru e Renzi nel luglio 2016 a Sassari. «È uno strumento che potrebbe rispondere alle diverse necessità sarde. In particolare: continuità territoriale, aggiornamento tecnologico della rete ferroviaria, rafforzamento infrastrutturazione primaria, compresa quella idrica e sanitaria, e, appunto, la compensazione del gap energetico, cioè la metanizzazione. Superata nel 2015 la vicenda Galsi, dopo la rinuncia all’idea del metanodotto da Piombino proposto alla Sardegna nel primo periodo del governo Renzi, si è arrivati a questa terza ipotesi, cioè l’arrivo del metano allo stato liquido con le navi metaniere, stoccaggio, con la rigassificazione il metano immesso nel tubo che dovrà servire i sottobacini». L’opera, sottolinea il segretario, interessa molto la Cisl per diversi ordini di motivi. «Siamo di fronte a un’opera importante che potrà favorire il lavoro per molti operatori e il futuro per il sistema delle imprese. I tempi dell’investimento dovranno essere certi e la previsione del 2025 non dovrà essere spostata in avanti».
Anche la Cgil sposa il progetto di metanizzazione. «Le diseconomie create dall’assenza del metano nell’isola sono state stimate in circa 500 milioni di euro all’anno – afferma Giacomo Migheli, della segreteria regionale Filctem-Cgil –. I dati sui 200 milioni di euro annui derivanti dai maggiori costi energetici dell’attuale tessuto industriale sono flessibili, perché prevedono tre potenziali scenari di sviluppo del sistema economico, con consumi di metano che vanno dal 30% in uno scenario di base, al 40% in uno scenario di medio sviluppo, al 50% in uno scenario di intenso sviluppo, con un risparmio economico che varia, a seconda dello scenario, dai 170 ai 265 milioni di euro all’anno. A questo, che costituisce un semplice dato di risparmio sui costi di produzione, si aggiunge il fatto che le imprese possono reinvestire questi risparmi, generando ulteriore ricchezza». Di qui l’appello della Cgil a velocizzare il processo di metanizzazione della Sardgena. «Noi sosteniamo che gli investimenti significativi previsti in Sardegna potrebbero diventare inutilizzabili se non si procede subito alla loro realizzazione, e i ritardi sul metano, che danneggiano i cittadini e le imprese, rischiano di essere fatali per un sistema produttivo tutto da rilanciare, ragione per cui è necessario non perdere altro tempo prezioso».
Anche la Cgil sposa il progetto di metanizzazione. «Le diseconomie create dall’assenza del metano nell’isola sono state stimate in circa 500 milioni di euro all’anno – afferma Giacomo Migheli, della segreteria regionale Filctem-Cgil –. I dati sui 200 milioni di euro annui derivanti dai maggiori costi energetici dell’attuale tessuto industriale sono flessibili, perché prevedono tre potenziali scenari di sviluppo del sistema economico, con consumi di metano che vanno dal 30% in uno scenario di base, al 40% in uno scenario di medio sviluppo, al 50% in uno scenario di intenso sviluppo, con un risparmio economico che varia, a seconda dello scenario, dai 170 ai 265 milioni di euro all’anno. A questo, che costituisce un semplice dato di risparmio sui costi di produzione, si aggiunge il fatto che le imprese possono reinvestire questi risparmi, generando ulteriore ricchezza». Di qui l’appello della Cgil a velocizzare il processo di metanizzazione della Sardgena. «Noi sosteniamo che gli investimenti significativi previsti in Sardegna potrebbero diventare inutilizzabili se non si procede subito alla loro realizzazione, e i ritardi sul metano, che danneggiano i cittadini e le imprese, rischiano di essere fatali per un sistema produttivo tutto da rilanciare, ragione per cui è necessario non perdere altro tempo prezioso».