La Nuova Sardegna

Doppia preferenza, è un sì

La commissione riforme approva lo stralcio. Manca solo il via libera del Consiglio

29 settembre 2017
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CAGLIARI. Finalmente. Perché finalmente il Consiglio regionale ha detto sì, seppure ancora solo in commissione, alla doppia preferenza di genere in qualunque legge elettorale che potrebbe esserci in futuro. Che fatica. Ci sono voluti quattro anni abbondanti, per cancellare la figuraccia del 2013. Era la scorsa legislatura, quando con un barbaro voto segreto, un’improvvisata e maschilista maggioranza trasversale finì per spazzare via le pari opportunità anche in politica. Quella che fu un’aberrazione, uno scandalo, da ventiquattr’ore è archiviata, cancellata. Finalmente, è giusto riscriverlo, entro l’anno la sacrosanta correzione dovrebbe essere approvata dal Consiglio.

La svolta. Presieduta da Francesco Agus, Campo progressista, la commissione riforme ha stralciato dal pacchetto delle possibili riforme di una legge molto disastrata anche per tanti altri motivi, è quella con cui nel 2014 sono state elette solo 4 donne su 60 consiglieri, l’articolo che impone un cambiamento epocale dal 2019 in poi. Che poi è questo: l’elettore, al momento del voto, potrà indicare nella scheda per le regionali fino a un massimo di due preferenze e a quel punto le preferenze dovranno essere per forza alternate: un uomo e una donna. Se dovesse scegliere invece due candidati dello stesso sesso, il voto sarà annullato. È così dal 2016 nella legge per eleggere deputati e senatori, lo è ancora prima in quella che regola le elezioni comunali. Solo la Sardegna era rimasta indietro, ultima fra le regioni, con il rischio di vedere annullata fra due anni l’elezione del Consiglio per palese incostituzionalità.

Lo scatto decisivo. Le preoccupazioni della vigilia, «ci sarà l’ennesimo rinvio», avevano detto in molti, sono state fugate poco prima di uno storico mezzogiorno. A votare a favore dello stralcio sono stati tutti i partiti, grandi e piccoli, meno i due consiglieri-commissari del gruppo Psd’Az-La Base. Ma Gennaro Fuoco e Marcello Orrù sono stati sconfessati subito dal capogruppo Angelo Carta: «Il partito è e continuerà a essere sempre a favore della parità di genere».

I commenti. Fra i primi quello del presidente della commissione: «Abbiamo raggiunto un ottimo risultato e quando il Consiglio approverà la legge, avremo rimesso in equilibrio la democrazia», ha detto Agus. Per Anna Maria Busia, Campo progressista, che aveva presentato una delle proposte stralcio, «è un grande successo per le donne e dà lustro a questa legislatura». La parità di genere – ha sottolineato Gianfranco Congiu del Partito dei sardi – «ci sarà anche nei microcollegi, quelli con due soli candidati per lista, è il caso dell’Ogliastra. Grazie a una nostra proposta anche in questo caso i consiglieri in corsa dovranno essere per forza un uomo e una donna». Il gruppo Mdp è sintetico ma efficace: «Ha vinto la democrazia». Per il vicecapogruppo del Pd Roberto Deriu: «Abbiamo risposto alle istanze legittime della società». Sempre per il Pd Salvatore Demontis ha aggiunto: «Avrei preferito un sistema con la parità garantita dall’alternanza delle candidature, ma oggi la doppia preferenza era l’unica soluzione». Ancora più incisiva Daniela Forma del Pd: «Abbiamo superato l’ostacolo che finora impediva la piena cittadinanza delle donne in Consiglio». Soddisfatta Forza Italia, «noi eravamo favorevoli, erano altri a far resistenza», anche se il capogruppo Pietro Pittalis ha sottolineato: «La commissione doveva avere il coraggio di votare a favore anche della nostra proposta su metà candidati donne e metà candidati uomini – adesso invece è del 60 e 40 – ma la riproporremo in aula». Ora i partiti devono fare l’ultimo sforzo – ha detto Michele Cossa dei Riformatori: «Nel momento del voto finale non potranno esserci sorprese e trucchi». (ua)

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