Piccoli Comuni, la svolta Legge antispopolamento
Il Senato approva il testo che dà risorse e un nuovo quadro di norme Ora i piccoli centri potranno gestire servizi anche in accordo con i privati
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SASSARI. Un po’ meno soli nella loro battaglia per la sopravvivenza. I piccoli Comuni che si spopolano hanno un alleato nuovo, lo Stato. Sembra un paradosso, ma fino a oggi il loro rischio estinzione era una cosa per teorici, per appassionati di demografia. Ora con l’approvazione da parte del Senato della legge a favore dei piccoli Comuni ci sarà una piccola rivoluzione. Una legge ancora più importante perché per tre legislature il disegno era arrivato a un passo dall’approvazione. E dopo quasi 15 anni vede il via libera.
La legge. L’aspetto fondamentale della legge non è nello stanziamento, appena 100 milioni di euro per oltre 5mila centri in tutta Italia, ma nelle possibilità che per legge vengono date ai piccoli Comuni. Ora potranno avere risorse per creare servizi postali, pagamento dei tributi, trasporti, promozione del territorio. Tutto potrà essere condiviso. E tutto potrà essere finanziato anche da accordi tra pubblico e privato. Nel testo è prevista anche la riqualificazione dei centri storici con interventi pubblici contro lo spopolamento. E anche l’acquisizione da parte dei Comuni dei terreni incolti, di immobili e case cantoniere abbandonate. La creazione di un piano di istruzione per le aree rurali anche con la messa in rete delle scuole e l’informatizzazione dei servizi.
La creazione di un servizio efficiente di trasporti e l’arrivo della banda larga e dei segnali tv e per i cellulari in tutti i paesi. L’impatto. La legge può essere applicata a tutti i centri sotto i 5 mila abitanti. In Sardegna sono 314 su 377. Quasi tutti sono interessati da fenomeni di spopolamento. E proprio la creazione di servizi e infrastrutture sono la base per evitare la continua emorragia di residenti dai piccoli centri verso le città. Per contrastare i fenomeno demografico sempre più accentuato in Sardegna ora arriva anche questo strumento. Una legge che arriva nel pieno dell’allarme spopolamento che da diversi anni attraversa l’isola con dati devastanti.
Delibere antispopolamento. La giunta regionale ha approvato due delibere antispopolamento. La prima individua i paesaggi rurali. E serve per individuare la pianificazione dello sviluppo nelle aree interne e per la creazione dei Puc. La seconda delibera dà le direttive per il recupero e la valorizzazione delle zone A (centri storici) e B (zone di completamento dei centri urbani), anche attraverso la riqualificazione di edifici ceduti a prezzo simbolico ai Comuni o ai privati cittadini. «Sono – spiega l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu – due delibere che si inseriscono nelle azioni della giunta per contrastare lo spopolamento nelle zone rurali e interne, con il coinvolgimento di enti locali e privati. La prima delibera si avvale della collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari, dell’Isre per gli aspetti identitari legati al paesaggio, e dell’Anci per incoraggiare la partecipazione degli enti territoriali. Per quanto riguarda la seconda delibera, oltre alle direttive, va evidenziato che per l’attuazione dei programmi integrati ci avvarremo di specifici finanziamenti regionali: 25 milioni di euro suddivisi in tre linee, che ci consentiranno di compiere ulteriori, importanti passi avanti». (l.roj)
La legge. L’aspetto fondamentale della legge non è nello stanziamento, appena 100 milioni di euro per oltre 5mila centri in tutta Italia, ma nelle possibilità che per legge vengono date ai piccoli Comuni. Ora potranno avere risorse per creare servizi postali, pagamento dei tributi, trasporti, promozione del territorio. Tutto potrà essere condiviso. E tutto potrà essere finanziato anche da accordi tra pubblico e privato. Nel testo è prevista anche la riqualificazione dei centri storici con interventi pubblici contro lo spopolamento. E anche l’acquisizione da parte dei Comuni dei terreni incolti, di immobili e case cantoniere abbandonate. La creazione di un piano di istruzione per le aree rurali anche con la messa in rete delle scuole e l’informatizzazione dei servizi.
La creazione di un servizio efficiente di trasporti e l’arrivo della banda larga e dei segnali tv e per i cellulari in tutti i paesi. L’impatto. La legge può essere applicata a tutti i centri sotto i 5 mila abitanti. In Sardegna sono 314 su 377. Quasi tutti sono interessati da fenomeni di spopolamento. E proprio la creazione di servizi e infrastrutture sono la base per evitare la continua emorragia di residenti dai piccoli centri verso le città. Per contrastare i fenomeno demografico sempre più accentuato in Sardegna ora arriva anche questo strumento. Una legge che arriva nel pieno dell’allarme spopolamento che da diversi anni attraversa l’isola con dati devastanti.
Delibere antispopolamento. La giunta regionale ha approvato due delibere antispopolamento. La prima individua i paesaggi rurali. E serve per individuare la pianificazione dello sviluppo nelle aree interne e per la creazione dei Puc. La seconda delibera dà le direttive per il recupero e la valorizzazione delle zone A (centri storici) e B (zone di completamento dei centri urbani), anche attraverso la riqualificazione di edifici ceduti a prezzo simbolico ai Comuni o ai privati cittadini. «Sono – spiega l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu – due delibere che si inseriscono nelle azioni della giunta per contrastare lo spopolamento nelle zone rurali e interne, con il coinvolgimento di enti locali e privati. La prima delibera si avvale della collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari, dell’Isre per gli aspetti identitari legati al paesaggio, e dell’Anci per incoraggiare la partecipazione degli enti territoriali. Per quanto riguarda la seconda delibera, oltre alle direttive, va evidenziato che per l’attuazione dei programmi integrati ci avvarremo di specifici finanziamenti regionali: 25 milioni di euro suddivisi in tre linee, che ci consentiranno di compiere ulteriori, importanti passi avanti». (l.roj)