La Nuova Sardegna

Caos doppia preferenza i partiti: il voto sia palese

di Alessandro Pirina
Caos doppia preferenza i partiti: il voto sia palese

Ma c’è il rischio di un remake del 2013 con la bocciatura della parità di genere

19 novembre 2017
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SASSARI. Tutti dalla parte della doppia preferenza. Da destra a sinistra è un coro unanime a favore dell’introduzione nella legge elettorale del principio della parità di genere. Ma, verrebbe da dire, solo a parole. Perché la nascita di un nuovo gruppo consiliare a 72 ore dal voto in aula fa aumentare il rischio del ricorso al voto segreto. Cosa che potrebbe portare molti consiglieri, protetti dalla cabina elettorale, a bocciare la norma. Un remake di quanto accaduto nel 2013, quando la stragrande maggioranza dei favorevoli si è sgretolata nel segreto dell’urna: solo 21 votarono a favore della parità di genere, bocciata dagli altri 45 consiglieri. Uno scenario che martedì potrebbe ripetersi tale e quale. L’identikit dei membri del nuovo gruppo, ribattezzato Sardegna, non fa ben sperare. Il neo capogruppo Marcello Orrù, eletto col Psd’Az, era pronto a chiedere il voto segreto come vice dei sardisti, ma lo stop del capogruppo Angelo Carta lo ha costretto a desistere. E quindi a trovare un altro escamotage per fermare la doppia preferenza. Di qui la scelta di creare un nuovo gruppo. Al suo interno altri tre consiglieri. Gennaro Fuoco, Uds, e Paolo Truzzu, Fratelli d’Italia, che non hanno mai nascosto la loro contrarietà all’introduzione della parità di genere. Ma il gruppo ha al suo interno anche Mariano Contu, Forza Italia, partito che si è schierato a favore della norma.

Voto palese. E tra i primi a prendere posizione contro l’ipotesi del voto segreto è stato infatti il capogruppo degli azzurri, Pietro Pittalis. «Forza Italia si è già espressa a favore della doppia preferenza. Lo stralcio della legge va approvato martedì in forma palese, senza tentennamenti – afferma –. Vogliamo che il Consiglio regionale si esprima in modo netto e chiaro sulla parità di genere, per consentire alle donne un’adeguata rappresentanza. Forza Italia – conclude Pittalis – auspica inoltre un intervento in seno al disegno in discussione per la pari rappresentanza nella formazione delle liste e sostiene ogni misura per la doppia preferenza».

Paura delle donne. «Non ho mai capito chi ha paura delle donne. Non capisco come e perché si possa temerle. Dietro i barocchismi che si stanno inventando per non fare una banalissima riforma della legge elettorale sarda c'è la paura delle donne, che non è per nulla originaria della nostra cultura». Paolo Maninchedda, leader del Partito dei sardi, che già nella passata legislatura era stato uno dei più strenui sostenitori della parità tra i sessi nelle liste, accusa la politica sarda di cercare sotterfugi per evitare la giusta rappresentanza femminile in aula. «Sono espedienti inutili e un po’ tristi, roba da conteggi elettorali di fronte alla grandezza dei principi».

Rischio Medioevo. Anche dal Pd si levano voci a favore della doppia preferenza. «Riterrei imperdonabile per la classe politica sarda bloccare un percorso di civiltà come quello della doppia preferenza di genere – attacca la deputata Caterina Pes –. Il principio delle pari opportunità è ormai acquisito nel resto del Paese, serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i componenti del Consiglio. Non vorremmo svegliarci ancora nel Medioevo».

Emendamenti. «Basta strumentalizzazioni e pretesti, lo stralcio va approvato subito e senza tentennamenti – è la posizione del presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, Pd –. Sono da sempre un convinto sostenitore della parità tra i sessi e continuerò a battermi per assicurare la più ampia partecipazione democratica, e non presenterò emendamenti per il collegio dell'Ogliastra». Già, perché proprio un emendamento non condiviso sul 50 per cento da garantire nelle liste e sulla necessità di assicurare candidati in numero pari anche nelle circoscrizioni con collegi dispari, è stato la causa del mancato via libera di martedì scorso. «Uno spettacolo amaro – tuonano i consiglieri del gruppo Sdp Cocco, Lai, Pizzuto e Zedda –. La discussione sulla legge elettorale ci è sembrata pretestuosa e poco rispettosa nei confronti delle donne che fanno politica e delle donne in generale. Noi martedì chiederemo di votare il testo sulla doppia preferenza così com'è stato licenziato dalla commissione, a prescindere da come è stata emendata successivamente». Insomma, a sentire i proclami dei vari partiti la doppia preferenza sembra al sicuro, ma il precedente del 2013 e i recenti movimenti in aula portano a immaginare un epilogo opposto.

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