Doppia preferenza il Pd: basta con le furbate
Solinas: il nuovo gruppo nato solo per il voto segreto. Ma Contu: non sarò in aula Si moltiplicano gli appelli alla trasparenza: firmano anche Mastino e la Mongiu
20 novembre 2017
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SASSARI. Domani l’aula sarà chiamata a esprimersi sulla doppia preferenza di genere. Sulla carta la sua introduzione sembra cosa fatta, i partiti si sono tutti schierati per il voto palese, ma il nuovo gruppo Sardegna, formato da esponenti di Psd’Az, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Uds, quasi tutti contrari alla parità tra sessi nelle liste, potrebbe cambiare le sorti della legge elettorale con la richiesta del voto segreto. L’unica cosa certa è che domani uno dei quattro componenti non sarà in aula. È lo stesso Mariano Contu ad annunciarlo. «Sarò ancora assente dai lavori fino a venerdì e non parteciperò al voto sulla doppia preferenza per allontanare da me il sospetto di un no». Il consigliere dice che quella al gruppo Sardegna è «un’adesione solo tecnica, il mio partito resta Forza Italia». Sulla possibilità che il suo gruppo Sardegna chieda il voto segreto, però, nessuna parola. «Siamo alle furbate istituzionali – tuona il consigliere del Pd Antonio Solinas –. La costituzione di un nuovo gruppo è un atto formalmente corretto ma è finalizzata solo alla richiesta del voto segreto». E al consigliere di Fi, Stefano Tunis, che aveva proposto alla giunta Pigliaru di chiedere la fiducia sulla doppia preferenza, Solinas ribatte: «Chieda l’espulsione dal suo partito di quei consiglieri che hanno permesso la formazione del nuovo gruppo».
Intanto si moltiplicano gli appelli ai 60 consiglieri perché dicano sì alla doppia preferenza e scongiurino il remake della clamorosa bocciatura del 2013. Il Coordinamento 3 Donne di Sardegna chiede di «non bruciare il futuro della Sardegna. Il 21 novembre sarà una data da ricordare per la democrazia paritaria. La possibilità di conferire o togliere dignità a questa data è nella coscienza di 60 onorevoli cittadini, eletti con una legge elettorale discriminatoria che ha consentito a sole 4 donne di accedere all’assemblea regionale». La nota incassa l'adesione di rappresentanti della società civile, istituzionale e culturale. Come il magistrato Simonetta Sotgiu, la sociologa Antonietta Mazzette, l’ex presidente del Fai Maria Antonietta Mongiu, l’ex rettore di Sassari Attilio Mastino. Anche l’altra associazione impegnata nella battaglia sulla doppia preferenza, Meglio in due, si appella ai 60 inquilini di via Roma. «Ci aspettiamo che i partiti non tradiscano gli impegni presi a favore della doppia preferenza di genere anche con una possibile richiesta di voto segreto». (al.pi.)
Intanto si moltiplicano gli appelli ai 60 consiglieri perché dicano sì alla doppia preferenza e scongiurino il remake della clamorosa bocciatura del 2013. Il Coordinamento 3 Donne di Sardegna chiede di «non bruciare il futuro della Sardegna. Il 21 novembre sarà una data da ricordare per la democrazia paritaria. La possibilità di conferire o togliere dignità a questa data è nella coscienza di 60 onorevoli cittadini, eletti con una legge elettorale discriminatoria che ha consentito a sole 4 donne di accedere all’assemblea regionale». La nota incassa l'adesione di rappresentanti della società civile, istituzionale e culturale. Come il magistrato Simonetta Sotgiu, la sociologa Antonietta Mazzette, l’ex presidente del Fai Maria Antonietta Mongiu, l’ex rettore di Sassari Attilio Mastino. Anche l’altra associazione impegnata nella battaglia sulla doppia preferenza, Meglio in due, si appella ai 60 inquilini di via Roma. «Ci aspettiamo che i partiti non tradiscano gli impegni presi a favore della doppia preferenza di genere anche con una possibile richiesta di voto segreto». (al.pi.)