La Nuova Sardegna

La morte di Michela: al via l’esame di tablet e pc

di Tiziana Simula
La morte di Michela: al via l’esame di tablet e pc

I periti al lavoro sui supporti informatici sequestrati ai tre indagati La pista del video hard è quella privilegiata dal pm per l’istigazione al suicidio 

30 novembre 2017
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PORTO TORRES. La famiglia non si dà pace, gli inquirenti lavorano senza sosta per trovare risposte. Per consegnare a una madre disperata una ragione che possa alleviare, se mai fosse possibile, un dolore atroce. Il suicidio di Michela Deriu, 22 anni appena, resta ancora avvolto nel mistero. Una morte sospetta che fin da subito ha messo in allarme gli investigatori, facendo scattare le indagini che hanno portato, al momento, all’iscrizione nel registro degli indagati di tre amici di Michela con le ipotesi di reato di istigazione al suicidio, diffamazione ed estorsione, e al ritrovamento di un video hard che gli inquirenti ritengono sia all’origine della drammatica decisione della ragazza di togliersi la vita. Forse perché ricattata da qualcuno per quelle immagini.

Gli inquirenti lavorano per trovare elementi a supporto delle ipotesi investigative seguite. Il procuratore facente funzioni Gianluigi Dettori, titolare dell’inchiesta, attende i risultati dell’esame dei supporti informatici sequestrati nelle case dei tre indagati: cellulari, tablet, pc e pen drive che potrebbero contenere informazioni preziose per le indagini. Il tecnico informatico incaricato dalla Procura è già al lavoro. L’esame dei dispositivi sarà importante per capire se ci siano altri filmati, se siano stati diffusi e condivisi, chi siano i protagonisti di immagini o foto. Se ci siano, insomma, elementi che possano suffragare la pista seguita finora dagli inquirenti o se si debbano imboccare anche altre strade investigative. La Procura cerca le prove dell’istigazione al suicidio e della tentata estorsione, le ipotesi più gravi collegate alla diffusione del video, e per le quali non ci sono certezze.

Le indagini proseguono freneticamente e nella prudenza più assoluta del titolare dell’inchiesta, benché il caso di Michela Deriu sia esploso fragorosamente in tutta la stampa nazionale. I carabinieri di Porto Torres e Olbia continuano a sentire le persone della cerchia di amici della ragazza.

Di sicuro Michela era cambiata nell’ultimo periodo. E a dirlo è la mamma. «Era irrequieta, preoccupata per qualcosa...». Se n’erano accorti anche in famiglia nonostante lei non si fosse confidata con i suoi cari, allontanandosi dai suoi affetti per compiere quell’estremo gesto.
 

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