Cinque anni fa il Porcellum e l’exploit del M5s
Cinque anni fa suonava tutta un’altra musica. Perlomeno per quanto riguarda il sistema di voto con cui gli italiani votarono nel 2013. Le preferenze erano regaolate dalla legge numero 270 del 21...
30 gennaio 2018
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Cinque anni fa suonava tutta un’altra musica. Perlomeno per quanto riguarda il sistema di voto con cui gli italiani votarono nel 2013. Le preferenze erano regaolate dalla legge numero 270 del 21 dicembre del 2005, licenziata poco dopo come Legge Calderoli ma universalmente nota con il nomignolo di “porcellum”. Si votò, dunque, con sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza e l’elezione di più parlamentari allo stesso tempo in collegi estesi. La possibilità di indicare preferenze non era contemplata e il premio di maggioranza varia a seconda degli ambiti territoriali a cui era riferito. In sostanza, tutto il territorio nazionale per la camera, un circoscrizione (che corrispondeva a una regione), per il Senato. Un sistema certamente poco brillante che salutò il battesimo del Movimento 5 stelle che sul territorio nazionale si fermò al 25 per cento, contro il 29 della coalizione di centro sinistra capeggiata da Pierluigi Bersani, ma che nell’isola superò tutti attestandosi al 29,7 per cento contro il 29,4 di Pd, Sel e Cd e il 23, 6 della coalizione di centro destra che proponeva Silvio Berlusconi che, nel 2013, era ancora eleggibile .