La Nuova Sardegna

L’isola perde 5mila abitanti sardi sempre più vecchi

di Claudio Zoccheddu
L’isola perde 5mila abitanti sardi sempre più vecchi

Nell’indagine della Cna i dati del 2017: disoccupazione giovanile al 56,3 per cento In un anno emigrano 1700 under 30 e il tasso di natalità è il più basso d’Italia

17 febbraio 2018
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SASSARI. Sempre meno e sempre più vecchi. L’identikit dei sardi disegnato dalla Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) racconta una regione in cui il ricambio generazionale non è più una certezza. Il turnover delle classi d’età è stato congelato dal calo delle nascite ma anche dal numero in constante aumento dei giovani, nel 2017 sono stati 1700, che abbandonano la Sardegna per completare gli studi o per trovare lavoro. Una scelta praticamente obbligata considerando il tasso di disoccupazione giovanile che ormai si avvicina al 60 per cento.

Il calo demografico. Non è una prerogativa dell’isola ma l’impatto dei numeri, da queste parti, fa più male. La Sardegna perde lo 0,29 per cento contro una media nazionale che si ferma al -0,16 per cento. La media del solo Mezzogiorno, invece, è ancora inferiore e segna un -0,39 per cento. Il freddo calcolo numerico alla base delle statistiche demografiche elaborate dal Centro studi della Cna Sardegna attribuiscono all’isola, alla fine del 2017, 1 milione e 648mila residenti, 4.835 in meno rispetto al 2016. Per bilanciare gli effetti dell’invecchiamento demografico non è sufficiente nemmeno il flusso migratorio dall’estero che nell’isola è in aumento ma comunque non è sufficiente a svecchiare i sardi del nuovo millennio. La presenza degli stranieri in Sardegna, infatti, è poco significativa: poco più di 50mila residenti che valgono per il 3 per cento della popolazione, contro il 4 per cento del resto del Mezzogiorno e contro l’8 per cento della media italiana.

Nascite in calo. Il saldo naturale è negativo. In Sardegna il numero dei morti supera quello dei nuovi nati. Nel 2017 l’Istat ha stimato 10.400 nascite, una cifra che rappresenta un calo dell’1,2 per cento. Il saldo naturale passa da meno 5.616 registrato nel 2016 a un valore stimato per il 2017 di 6.300 , ovvero il 12,2 per cento in più nella differenza tra nascite e morti. Nell’isola l’età media delle donne al momento del parto è di 32,4 anni, nettamente più alta della media nazionale che invece è di 31,8 anni. Anche il numero medio di figli (1.09) è inferiore al dato del resto d’Italia (1,34). I sardi che invece superano i 64 anni di età rappresentano il 23,2 per cento della popolazione complessiva mentre nel resto d’Italia la quota è del 22,6 per cento. L’età media della popolazione è di 46,4 anni, anche in questo caso al di sopra delle medie nazionali, mentre l’indice di vecchiaia – il rapporto tra anziani e giovani – conta oltre 200 ultrasessantacinquenni ogni 100 ragazzi con meno di 15 anni.

Disoccupazione giovanile. La percentuale è altissima. Su 100 giovani ben 56 non hanno un lavoro. Un conto drammaticamente alto se si considera il dato nazionale, più basso di ben 18 punti e mezzo, e quello del Mezzogiorno, che invece si ferma al 51,7 per cento. L’alternativa è fare le valigie anche se:«Il flusso di giovani che lasciano la Sardegna è uno dei fattori di debolezza del sistema socio-economico regionale», commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario della Cna Sardegna. Uno dei pochi segni positivi lo hanno fatto segnare le imprese aperte da stranieri: 10.337 con un saldo positivo di152 tra il numero delle nuove iscrizioni e quello delle cessazioni.

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