La Nuova Sardegna

Top 500 Sardegna: l'industria tiene duro, segnali di ripresa per il manifatturiero

Gianfranco Atzeni, Andrea Carosi, Luca Deidda, Alberto Ezza, Ludovico Marinò, Marco Vannini *
Top 500 Sardegna: l'industria tiene duro, segnali di ripresa per il manifatturiero

Per le 103 aziende in classifica un periodo di sostanziale stabilità e di debole crescita

18 febbraio 2018
5 MINUTI DI LETTURA





Sono 103 le aziende industriali inserite nella Top 500 della Sardegna. Il settore è profondamente diversificato: 27 sono le imprese manifatturiere, 20 quelle legate alle attività di costruzione e ingegneria civile, 10 le imprese estrattive. Fra le utilities si segnalano 4 aziende di produzione di energia elettrica e 7 legate al trattamento dei rifiuti. La classifica è dominata da Saras Spa e Sarlux Srl che presentano un profilo dimensionale eccezionale all’interno del sistema economico sardo. Saras, in particolare, genera un volume di fatturato vicino ai 6 miliardi di euro.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.16486875:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/02/16/news/top-500-sardegna-la-classifica-delle-aziende-crescono-ma-ancora-non-basta-1.16486875]]

Le due aziende più grandi hanno attraversato un periodo di evidente criticità nel biennio osservato, testimoniato dalla marcata contrazione del fatturato e dal peggioramento dei risultati economici d’esercizio. Trend negativo anche per il dato della patrimonializzazione che si riduce in modo vistoso per Saras e in modo più lieve per Sarlux. Medesimo andamento hanno i valori delle passività, che si riducono di oltre 500 milioni di euro per Saras. La dinamica reddituale delle due aziende è invece profondamente diversa. Se Saras registra una contrazione dell’utile 2016 rispetto al 2015 ascrivibile in modo rilevante all’effetto della dinamica tributaria, Sarlux chiude l’esercizio 2016 con una perdita di 3,6 milioni a fronte di un utile 2015 di oltre 272 milioni. L’osservazione congiunta dei margini operativi (Ebitda) e degli indicatori di redditività evidenziano un profondo deterioramento della redditività operativa, segnata dalla riduzione del Ros e del Roa.

Un focus sul settore manifatturiero, numericamente il più rilevante nel segmento: emerge una crescita più marcata del fatturato mediano (+20%) e dell’utile fra il 2015 e il 2016. In modo analogo sono variati gli indicatori di redditività dell’area operativa (Ebitda e Ros). Da un punto di vista finanziario, le aziende manifatturiere hanno visto invece ridursi la loro patrimonializzazione e il valore mediano del loro indebitamento. Complessivamente, le aziende del campione hanno incrementato il fatturato mediano nel biennio, che si attesta su valori superiori ai 9 milioni di euro nel 2016, mentre le aziende più grandi del campione (Top 25%) hanno mantenuto un valore sostanzialmente stabile.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.16494801:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/02/18/news/top-500-sardegna-fiume-santo-l-uscita-dal-carbone-puo-essere-un-opportunita-1.16494801]]

Nelle prime 10 posizioni della classifica settoriale, oltre a Saras e Sarlux, troviamo Abbanoa Spa, azienda pubblica che gestisce il servizio idrico regionale e occupa la 6ª posizione assoluta nella Top 500. Seguono la Fluorsid Spa (18ª posizione), azienda di produzione nel settore chimico, due imprese del settore energia (Fiume Santo Spa e Ottana Energia Spa rispettivamente in 22ª e 50ª posizione), Bekaert Sardegna Spa (43ª) e Remosa Srl (53ª), aziende del settore manifatturiero, l’Impresa Pellegrini Srl, operante nel settore dell’ingegneria civile (45ª) e la Tecnocasic Spa (47ª) che gestisce impianti per il trattamento dei rifiuti e delle acque reflue nell’Area industriale di Cagliari. La prima azienda del settore estrattivo è invece Maffei Sarda Silicati Spa che occupa la 63ª posizione complessiva mentre la prima azienda di costruzioni è la Impresa Manca Spa ( 87ª).

L’analisi dei valori del patrimonio netto delle aziende industriali mostra un leggero incremento del valore mediano nel biennio; questo aumento è più sostenuto per le aziende inserite in Top 25%. Nello specifico, le aziende del settore presentano nel 2016 un valore mediano del patrimonio netto di 6,4 milioni, in crescita rispetto ai 6,25 milioni dell’anno precedente. Si registra inoltre una lieve riduzione del valore mediano delle passività (dai 10 milioni di euro del 2015 ai 9,9 del 2016). Variazioni più rilevanti, invece, emergono dall’analisi delle aziende Top 25% che incrementano la loro patrimonializzazione di quasi 3 milioni di euro e riducono le passività totali di oltre 3,5 milioni. Il valore mediano del risultato d’esercizio, indicativo della tendenza generale, è stabilmente positivo nei due esercizi.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.16490915:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/02/17/news/top-500-sardegna-servizi-trasporti-e-telecomunicazioni-aziende-piu-solide-e-anche-piu-efficienti-1.16490915]]

A questo fenomeno si associa la diminuzione del numero delle aziende che chiudono in perdita nel 2016 (14) rispetto al 2015 (21). Si registra una profonda contrazione dell’utile registrato dalle aziende più grandi che si riduce di più di 5 volte rispetto al precedente esercizio. La valutazione della dinamica economica attraverso gli indici di redditività permette di approfondire: in particolare, le aziende hanno evidenziato un trend stabile della redditività operativa in relazione al fatturato (Ros) che si è attestato su valori analoghi nei due anni. In valore assoluto, invece, si è avuto un miglioramento dei valori del margine operativo lordo (Ebitda) e del reddito prima delle imposte e degli oneri finanziari (Ebit) delle aziende sia a livello complessivo sia con riferimento alle aziende più grandi.

Gli oneri finanziari segnano un incremento nel biennio osservato e tale aumento può essere considerato in parte responsabile della contrazione del reddito d’esercizio delle aziende a fronte di una redditività operativa positiva e stabile nel tempo. La citata stabilità viene ulteriormente confermata dai valori del Roe – indice che misura l’utile prodotto in relazione all’investimento dei soci – che si mantiene su valori positivi e stabili nel biennio. Merita d’essere evidenziato che il valore mediano di tale indicatore è inferiore nel cluster dimensionale più ampio e ha subìto una rilevante contrazione nel 2016.

Il settore industriale sembra affrontare un periodo di sostanziale stabilità e di debole crescita. Le aziende inserite in Top 500, infatti, hanno sì visto incrementare il proprio fatturato mediano ma questo non si è riflesso in un incremento marcato del valore prodotto. Il settore manifatturiero, in particolare, sembra mostrare indici di ripresa segnando un incremento dei fatturati nel biennio e un complessivo miglioramento del risultato economico complessivo.

* L’analisi dei bilanci è stata curata da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Sassari - Dipartimento di Eccellenza 2018-2022
 

In Primo Piano
La sentenza

La Corte Costituzionale cassa le “norme estranee” fra quelle sanitarie che la Regione aveva inserito nella legge di stabilità 2023

Le nostre iniziative