La Nuova Sardegna

Apa, licenziati tredici lavoratori

Apa, licenziati tredici lavoratori

Associazioni allevatori commissariate: salta il piano di unificazione già avviato

22 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Tredici licenziati in tronco tra le file dei dipendenti delle Apa, le associazioni provinciali degli allevatori. In pratica è stato quasi dimezzato l’organico degli uffici. Di colpo si trovano disoccupati anche diversi lavoratori con famiglie numerose (qualcuno ha 4 figli) e un’età vicina alla sessantina. Le lettere sono arrivate ieri a coronamento di un periodo di grandi tensioni e interrogativi a causa dell’improvvisa piega presa dal processo di razionalizzazione delle strutture. Di recente l’assessore regionale all’agricoltura Pier Luigi Caria aveva rassicurato che gli organici non sarebbero stati toccati.

Le segreterie regionali di Flai Cgil Anna Rita Poddesu), Fai Cisl (Bruno Olivieri) e Uila Uil (Gaia Garau) annunciano che « metteranno in atto tutte le azioni legali e sindacali volte a garantire la tutela dei posti di lavoro e assicurare un percorso di riorganizzazione trasparente» e che «è proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori che sfocerà in azioni di lotta adeguate».

Le Apa (93 dipendenti e 6000 associati) si occupano, dietro delega dell’Aia, della gestione dei libri genealogici e dei controlli funzionali di ovini, caprini, bovini e suini. Svolgono poi una serie di servizi su delega dell’allevatore (come il caricamento dei soggetti nella banca dati nazionale o quello dei modelli 4 per lo spostamento del bestiame). Fondamentale ad esempio l’emissione di certificazioni di iscrizione alla razza dei soggetti necessarie perché gli allevatori possano ottenere i premi comunitari.

Da un anno, come suggerito dalla Regione, le quattro Apa-Aipa della Sardegna stavano portando avanti un progetto di riorganizzazione dei servizi ai fini di ottimizzare le risorse e in contemporanea un piano di accompagnamento alla pensione e di esodo volontario per una quindicina di dipendenti. Lo scopo era l’unificazione in una unica Apa, quindi quella con l’Aras, con due dipartimenti: uno per la selezione e uno per l’assistenza tecnica.

Da metà dicembre però la brusca svolta: i lavoratori affermano che dopo un incontro di Caria col direttore di Aia Maddè c’è stata la nomina di due nuovi commissari nelle figure di Leccisi e Tizzani, che hanno immediatamente estromesso le Apa da ogni attività amministrativa, affidando addirittura a una società specializzata di Caserta il recupero dei crediti. Quindi le 13 lettere che mettono in ginocchio altrettante famiglie. (apalm.)



Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative