La Nuova Sardegna

Condannato a 7 ergastoli «Torni a casa dalla madre»

di Gianni Bazzoni
Condannato a 7 ergastoli «Torni a casa dalla madre»

Permesso a un boss mafioso detenuto a Bancali. Ma la Procura si oppone

28 febbraio 2018
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SASSARI. Rischia di diventare un caso nazionale il provvedimento del magistrato di sorveglianza che ha concesso un permesso per andare a trovare la madre malata a Domenico Gallico, 60 anni, capomafia calabrese che sta scontando sette ergastoli e altre condanne per decine di anni nel carcere sassarese di Bancali, sottoposto al regime del 41 bis. I rischi della concessione del beneficio sono stati manifestati dagli investigatori, dalla Procura di Palmi e dal procuratore capo della Repubblica di Sassari Gianni Caria.

Il detenuto figura nella lista dei criminali per i quali è riconosciuta “l’alta pericolosità”: il 7 novembre del 2012, nel carcere di Viterno (durante un colloquio) il boss aveva aggredito e colpito il pm della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giovanni Musarò che aveva riportato la frattura del setto nasale. Feriti anche due agenti della polizia penitenziaria. Tre agenti finirono sotto inchiesta, accusati anche di falso.

Il “permesso di necessità” - secondo quanto previsto dall’articolo 30 dell’Ordinamento penitenziario è stato concesso dopo una lunga e complessa istruttoria per consentire al detenuto di andare a trovare la madre Lucia Giuseppe Morgante, 91 anni, anche lei condannata all’ergastolo per associazione mafiosa e omicidio ma che ha ottenuto un differimento dell’esecuzione della pena per motivi di salute. L’anziana donna vive nella casa di Palmi e qui dovrebbe avvenire l’incontro con il figlio: i due non si vedono dal 2012. Nel referto allegato agli atti, il medico che ha visitato Lucia Giuseppe Morgante ha specificato che la donna «pur essendo in condizioni fisiche non buone non è in pericolo di vita».

Secondo quanto trapelato ieri, il superboss della ’ndrina dovrebbe essere trasferito sotto scorta dal carcere di Sassari fino a Palmi per avere un incontro di un’ora con la madre. Poi il ritorno nella sezione di massima sicurezza di Bancali.

La pratica avrebbe avuto una accelerazione negli ultimi giorni, perché la Procura di Sassari (che per una questione di termini non aveva potuto fare opposizione al provvedimento, cosa che deve avvenire entro 24 ore) ha prodotto all’attenzione del magistrato di sorveglianza ulteriori elementi che sarebbero emersi e che - quindi - richiederebbero una rivalutazione della decisione assunta, cioè quella di concedere il permesso a Domenico Gallico. Una attività riservata che sarebbe stata concretizzata solo nella giornata di ieri. A decidere sarà il Tribunale di Sorveglianza.

Nella decisione del magistrato di sorveglianza di Sassari si dà conto comunque delle criticità che pesano sulla concessione del permesso a un personaggio del calibro di Domenico Gallico.

La Dda di Reggio Calabria reputa «l’eventuale permesso assolutamente rischioso trattandosi di un detenuto estremamente pericoloso che ha dato prova di avere approfittato di ogni minimo spazio di libertà per commettere atti illeciti». E nella recente informativa del commissariato di Palmi viene descritta anche la situazione familiare e il clima nel quale il beneficio da concedere a Gallico potrebbe concretizzarsi: l’anziana madre, infatti, «abita in un palazzo sottoposto a confisca insieme al figlio Carmelo, attualmente sottoposto alla misura cautelare della sorveglianza speciale. Il genero, Vincenzo Misale, invece, ha l’obbligo di presentazione ai carabinieri e non può allontanarsi dal comune di Palmi». In sintesi, secondo gli investigatori, la concessione del beneficio «è sconsigliata temendosi tra l’altro un possibile tentativo di evasione alla luce della caratura criminale del boss, capo dell’omonima ’ndrina e responsabile di numerosi omicidi». Gli ulteriori elementi emersi di recente e notificati ieri dal procuratore capo della Repubblica di Sassari aprono a una “rivalutazione” del provvedimento emesso a favore del detenuto. Il giudice ha sostenuto che «negare a Gallico il permesso renderebbe la carcerazione contraria al senso di umanità». Da valutare i rischi e gli ultimi elementi emersi. E l’ultima decisione spetta al tribunale di sorveglianza.

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