La Nuova Sardegna

Artizzu assolto abbraccia il suo difensore

Artizzu assolto abbraccia il suo difensore

Fondi ai gruppi, l’ex capogruppo di An non è colpevole di peculato. Condotta limpida nel processo

02 marzo 2018
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CAGLIARI. Si è conclusa con l’assoluzione la vicenda giudiziaria di Ignazio Artizzu, il giornalista Rai finito sotto processo con l’accusa di peculato per l’uso improprio di 169 mila euro destinati all’attività istituzionale del gruppo di An, nel corso della legislatura 2004-2009. Dopo la richiesta avanzata lo scorso 7 febbraio dal pm Marco Cocco al termine di un intervento lungo e articolato, la decisione del gup Ermengarda Ferrarese veniva data per scontata. Ieri si è conclusa la discussione del giudizio abbreviato con l’arringa dell’avvocato Massimo Delogu. Il difensore si è allineato agli argomenti del pubblico ministero ma ha aggiunto alcuni elementi di valutazione: «Sull’uso dei fondi destinati ai gruppi esisteva una delibera dell’ufficio di presidenza - ha sostenuto Delogu - che tutto faceva tranne chiarezza e che non prevedeva alcuna rendicontazione delle spese». L’assoluzione di Artizzu però - ha detto Delogu - dev’essere legata al «comportamento sempre limpido dell’ex consigliere di An» che fin dalle prime battute del procedimento - quattro anni fa - ha chiesto di rispondere a tutte le contestazioni senza neppure conoscere gli atti dell’accusa, ha prodotto memorie e giustificativi, ha restituito al consiglio regionale l’intera somma contestata, compresa la quota riferita a reati prescritti. Per di più - ha insistito il difensore - non c’è traccia agli atti del procedimento di spese compiute da Artizzu che risultino incompatibili con gli scopi istituzionali e coi criteri stabiliti dalla legge. In altre parole - secondo l’avvocato Delogu - insieme all’elemento soggettivo del reato. vale a dire la consapevolezza di violare la legge, manca la prova di condotte illegali. Il pm Cocco aveva parlato della posizione di Artizzu rifacendosi esplicitamente a quella di Peppino Balia e Renato Lai, assolti su sua richiesta nel corso del dibattimento principale per motivi analoghi. Il magistrato aveva parlato di condotta trasparente, di collaborazione aperta con la polizia giudiziaria nella ricerca di conti e spese riferite al gruppo di An, elementi che l’avevano convinto a escludere la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato.

La sentenza del gup Ferrarese è stata accolta con grande soddisfazione dal giornalista, che visibilmente emozionato ha abbracciato a lungo l’avvocato Delogu: «Lui é il mio angelo - ha detto pochi minuti dopo ai cronisti - e io sono felicissimo». La decisione del giudice è definitiva perché è stato il pm Cocco a chiedere l’assoluzione e non potrà quindi esserci alcun ricorso in appello.

Slitta invece al 25 maggio l’esame della posizione di Antonello Liori e di Giovanni Moro, gli altri due ex di An finiti sotto processo con la stessa accusa di peculato. Il difensore di Liori, Michele Loi, ha prodotto alcuni documenti difensivi che il pm Cocco si è riservato di valutare e sui quali potrebbero essere fatti accertamenti di polizia giudiziaria. Mentre Moro, difeso dall’avvocato Lorenzo Galisai, dovrebbe sottoporsi all’esame del pm o fare dichiarazioni spontanee. Si aprirà invece il 18 maggio davanti alla seconda sezione del tribunale il giudizio ordinario per Matteo Sanna - 120 mila euro - difeso da Ivano Iai. Resta infine la posizione dell'ex presidente del gruppo di centrodestra Mario Diana - difeso da Massimo Delogu e Pierluigi Concas - che viene processato a parte. Il 23 marzo il pm Cocco farà le sue richieste a conclusione del giudizio immediato, quello in cui rientrano le famose penne MontBlanc. Lo stesso giorno si aprirà il processo-bis nell'altra sezione del tribunale. (m.l)



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