La Nuova Sardegna

Saras, utile oltre le attese e la Borsa premia il titolo

di Giuseppe Centore
Saras, utile oltre le attese e la Borsa premia il titolo

Voci finanziarie e industriali in crescita, il risultato netto positivo per 240 milioni L’Ad Massimo Moratti ricorda il fratello appena scomparso. Assemblea ad aprile

13 marzo 2018
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CAGLIARI. La Saras chiude il bilancio del 2017, primo appuntamento aziendale dopo la scomparsa del presidente Gian Marco Moratti, con un risultato più che positivo, superiore di molto anche alle aspettative degli analisti finanziari, che ieri mattina, prima della riunione del cda davano possibile un utile di poco sotto i 200 milioni di euro. Il titolo ieri ha chiuso in rialzo del 7 % a 1,83 euro per azione.

Nel 2017 l’utile netto si è attestato invece a 240,8 milioni di euro, il 23 per cento in più del 2016, con tutte le voci finanziarie e industriali in salita. Il bilancio positivo del 2017 potrebbe essere confermato in meglio anche nel prossimo triennio, secondo le previsioni aziendali, con un trend in ascesa che consentirebbe il distacco di cedole più sostanziose di quelle del 2017 (che saranno pari a 12 centesimi di euro per azione).

Naturalmente il cda si è aperto con il ricordo del presidente scomparso da parte dell’amministratore delegato Massimo Moratti. «È per me estremamente difficile parlare dei risultati e del futuro del gruppo senza poter condividere questo compito con mio fratello Gian Marco come è sempre avvenuto. Ma proprio la sua grande passione e dedizione per questa azienda – ha detto l’ad – deve spingere tutti noi a dare il meglio e proseguire nel percorso di crescita e prosperità che lui aveva tracciato e che con tanto sacrificio ed impegno ha contribuito a realizzare». E non a caso lo stesso consiglio ha deciso di far slittare l’assemblea degli azionisti al 27 aprile. Per quella data, oltre al rinnovo delle cariche del consiglio, potrebbe esserci anche la nomina di un nuovo presidente, che secondo indiscrezioni di Borsa non confermate potrebbe essere l’attuale vicepresidente, e figlio di Gian Marco, Angelo Moratti, mantenendo così inalterato l’equilibrio tra i due rami della famiglia. Il bilancio dell’anno appena chiuso e le prospettive future, in questo caso più che rosee, delineano uno scenario positivo per Saras. I conti sono sempre più in ordine, come testimonia la posizione finanziaria netta (la differenza tra prestiti e obbligazioni e disponibilità liquide), positiva per 87 milioni, e ciò nonostante il prestito obbligazionario di 200 milioni recentemente sottoscritto.

Per il prossimo triennio ci si attende una generazione di cassa, «robusta e in grado di far fronte agli investimenti e garantire una adeguata remunerazione degli azionisti e rafforzare la solidità patrimoniale», come recita il comunicato aziendale emesso a fine seduta. Ma il futuro per Saras dovrebbe essere roseo non solo per fattori di scenario globali, con una crescita dei consumi, e un conseguente aumento di valore dei prodotti della raffinazione, ma anche per aspetti più specifici che riguardano più da vicino le lavorazioni di Saras, soprattutto nel segmento del diesel, vera gallina dalle uova d’oro per la raffineria. Con l’entrate in vigore di normative ambientali più severe per la propulsione delle navi l’olio combustibile a elevato tenore di zolfo sarà messo fuori gioco, così come quegli impianti che lo producono. Viceversa crescerà il valore del diesel e dell’olio a basso tenore di zolfo, proprio il segmento di cui Saras è leader in Europa.

Per questo il nuovo piano industriale al 2021 mantiene gli investimenti già annunciati (800 milioni) con l'obiettivo di mantenere l'eccellenza operativa e tecnologica, anche attraverso le innovazioni dell'Industria 4.0 (valore del contratto siglato con gli americani di Aspen Technology vicino ai 50 milioni) e si fonda su uno scenario di riferimento che incorpora un mercato petrolifero favorevole all'industria della raffinazione. Sono quattro le priorità strategiche del piano. Tra queste rientrano il completamento del ciclo di investimenti avviato nel 2015, l'ottimizzazione della produzione ed il miglioramento delle performance e una nuova missione per l’impianto di gassificazione a ciclo combinato che produce energia elettrica, idrogeno e vapore a partire dagli idrocarburi pesanti derivanti dal processo di raffinazione, che nel 2021 perderà l’incentivazione pubblica per la vendita. Entro quell’anno vi sarà la fermata decennale per la manutenzione programmata sull'intero impianto, ma non ci saranno ricadute negative né sulla raffineria né sul sistema elettrico regionale, per merito dell’interconnessione. Saras, quando la centrale andrà nuovamente a regime utilizzerà «pienamente la capacità installata e dedicando circa 150 megawatt alla produzione per autoconsumo ed il resto (425 megawatt) alla vendita a terzi. Gli amministratori di Saras contano di avere comunque un utile significativo dalla centrale anche in assenza di incentivi: questo dato nel 2017 si è assestato sui 134 milioni.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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