La Nuova Sardegna

Indennizzi per gli attentati la Regione: ecco le regole

di Alessandro Pirina
Indennizzi per gli attentati la Regione: ecco le regole

L’assessore Spanu: possibile chiedere un anticipo del risarcimento del danno Le auto le più bersagliate dai malviventi, seguite da terreni e abitazioni

15 marzo 2018
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SASSARI. Le istituzioni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno agli amministratori finiti nel mirino di balordi e malviventi. Di fronte a ogni bomba, minaccia, lettera minatoria la Regione c’era. Ma in queste situazioni le parole di condanna e il sostegno morale, per quanto necessari, non bastano. Ed è proprio per questo che la Regione si sta muovendo su due direzioni: garantire la sicurezza attraverso l’installazione di telecamere di videosorveglianza in tutti i Comuni dell’isola e risarcire il danno subito attraverso una anticipazione dell’importo dovuto. Sul primo punto dopo i primi 7 milioni già stanziati, la giunta ha deciso di destinare al progetto della videosorveglianza altri 25. Sul secondo, è notizia di ieri, l’assessore Filippo Spanu ha fissato i criteri per poter accedere al risarcimento del danno. Con la novità dell’anticipazione.

Diritto alla anticipazione. La legge regionale del 1998 prevedeva già il risarcimento dei danni provocati da attentati contro persone o cose legate allo svolgimento di funzioni istituzionali a livello locale, e dunque gli amministratori locali. Due anni fa, però, quella legge è stata modificata per rendere maggiormente efficace l’intervento economico della Regione. E cioè prevedendo la possibilità di concedere alla vittima dell’attentato una anticipazione per un importo non superiore al 50 per cento dell’ammontare del danno accertato dalla stessa amministrazione regionale. La legge, però lasciava alla giunta la competenza di fissare i criteri per accedere all’indennizzo.

Diritto di rivalsa. Finora l’amministratore vittima di un attentato aveva diritto al risarcimento solo una volta accertato il danno, ora con l’anticipazione potrà ricevere la metà dell’indennizzo anche prima. Ovviamente se in un secondo momento verrà dimostrato che l’importo non era dovuto, allora la Regione potrà esercitare il diritto di rivalsa. Il compito di recuperare i crediti è stato attribuito all’Agenzia sarda delle entrate. Che, però, non è ancora operativa. Pertanto, fino a quel momento la riscossione continuerà a essere esercitata dalla Agenzia delle entrate.

Istanze e liquidazioni. Nel 2017 sono state presentate 20 domande di risarcimento, mentre sono 25, anche risalenti agli anni precedenti, quelle che hanno ottenuto l’indennizzo per un totale di 176mila euro. Nel 2016 le istanze che hanno ottenuto il risarcimento sono state 24 (21 quelle presentate) per una somma pari a 141mila euro. Più tranquillo il 2015: 11 domande presentate e 10 risarcite per 67mila euro. Mentre nel 2014 appena 5 istanze risarcite ma per un maxi indennizzo di 153mila euro. In media si registrano circa 17 istanze indennizzate ogni anno, ognuna delle quali riceve un importo medio di 5.600 euro. Nel 2017 è stata saldata anche una istanza per una anticipazione di 6mila euro, finora l’unica presentata. A presentare le istanze sono soprattutto organi politici (sindaci, assessori, consiglieri): 33 su 67. A seguire organi amministrativi (15), componenti delle compagnie barracellari (10) e del corpo forestale (7). Le richieste riguardano soprattutto auto (39 su 67), ma anche beni agricoli (18) e abitazioni (10).

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