La Nuova Sardegna

Agroalimentare da record: boom delle esportazioni

Agroalimentare da record: boom delle esportazioni

Dati dell’ultimo trimestre 2017: +5,8 milioni di euro, sugli scudi formaggi e carni. L’assessora Piras: «Merito anche del piano triennale di internazionalizzazione»

22 marzo 2018
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CAGLIARI. Il mondo sembra sempre più interessato all’agroalimentare sardo: nell’ultimo trimestre del 2017 sono infatti cresciute le esportazioni dei prodotti isolani. A dirlo sono le elaborazioni del servizio di statistica regionale su dati Istat. Nei tre mesi finali dello scorso anno l’export è ulteriormente cresciuto attestandosi su un valore pari a 53,3 milioni di euro (5,8 milioni in più rispetto al terzo trimestre 2017). Cifre che consentono al sistema produttivo regionale di tenere gli stessi livelli di esportazione del 2016. A fare da traino sono stati soprattutto i prodotti delle industrie lattiero-casearie (+3,24 milioni) e i prodotti a base di carne, lavorata e conservata (+2,2 milioni). Bene anche il comparto bevande (+0,5 milioni). Nel periodo, l’export del settore è cresciuto dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016.

L’assessora regionale dell’industria, Maria Grazia Piras, che ha incontrato a Cagliari le 42 imprese dell’agroalimentare che partecipano al Piano Export Sud 2, il programma pluriennale di promozione e di formazione elaborato dal Mise e da Ice Agenzia e finanziato con fondi Ue, ha commentato con una certa soddisfazione questi dati: «Registriamo un andamento positivo e incoraggiante che riteniamo anche frutto delle politiche sull’internazionalizzazione che stiamo portando avanti da quasi tre anni».

Le aziende del Piano sono state impegnate per due giorni negli incontri con 26 operatori stranieri provenienti da Canada, Bulgaria, Palestina, Giordania, Belgio, Olanda, Polonia e Turchia. «Occasioni come queste – dice l’esponente della Giunta Pigliaru – sono fondamentali perché consentono alle imprese isolane di affacciarsi su nuovi mercati stranieri e, per chi già esporta, di consolidare la propria quota di export. I nostri prodotti hanno bisogno di essere conosciuti sempre di più all’estero. In particolare quelli dell’agroalimentare, perché raccontano una storia plurisecolare, fondata sulla qualità della vita, e nascono in un contesto di eccellenza ambientale.

Le azioni e le iniziative del Programma triennale sull’internazionalizzazione – ha ricordato la Piras – valgono 32 milioni di euro. Finora abbiamo coinvolto centinaia di aziende attraverso bandi, forum, missioni istituzionali, incontri B2B e formazione di export manager. I risultati sono incoraggianti e le stesse imprese ci spronano a proseguire sulla strada intrapresa e, se possibile, a fare sempre meglio».

Gli ultimi eventi legati al Piano Export Sud 2 hanno consentito a oltre 80 imprese sarde dei settori lapidei, agroalimentare e arredo e design di confrontarsi con quasi 60 operatori stranieri. Un bilancio più che positivo, sottolineano anche i responsabili di Ice Agenzia, che già pensano agli imminenti impegni legati al Piano: il 18 e 19 aprile, a Oristano, in collaborazione con l’Assessorato dell’Industria e la Camera di Commercio di Oristano, si terranno gli incontri specialistici sui pagamenti internazionali e la gestione del rischio di credito: sono seminari gratuiti ai quali possono partecipare le piccole e medie imprese, le cooperative, i consorzi e le reti di impresa. Docente degli incontri sarà Domenico Del Sorbo, esperto di tecniche del commercio estero della Faculty Ice Agenzia. Iscrizioni, sul sito www.ice.gov.it, entro l’11 aprile. (a.palm.)



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