La Nuova Sardegna

Vertice sul sughero: nuove politiche per uscire dal tunnel

di Marco Bittau
Vertice sul sughero: nuove politiche per uscire dal tunnel

Federlegno incontra i produttori del settore, in crisi ma vivo. Orsini: «Un’eccellenza sarda che va tutelata con decisione»

03 aprile 2018
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OLBIA. «Per accompagnare il comparto del sughero fuori dal tunnel della crisi oggi servono politiche economiche di sostegno da parte della Regione, capaci di valorizzare la produzione e garantire crescita e nuovi posti di lavoro». Lo sostengono Confindustria Nord Sardegna e Federlegno Arredo (che comprende anche il Gruppo sughero) che nei giorni scorsi a Olbia hanno verificato lo stato di salute del settore. Severo (anzi, lapidario) il giudizio espresso nei confronti della Regione: «In forte ritardo nel sostenere il comparto».

L’occasione è stata la tappa sarda di Federlegno nell’ambito del tour “Ascolto, dialogo, territorio” durante la quale il presidente Emanuele Orsini ha incontrato gli imprenditori locali del settore per discutere di politiche a favore della filiera produttiva del sughero. La radiografia scaturita dall’incontro olbiese evidenzia una realtà ancora viva e pulsante. Nel senso che il comparto del sughero, seppure in crisi, rappresenta ancora una risorsa strategica per la Sardegna. Nella provincia di Sassari, soprattutto in alta Gallura, si concentra il 60% della produzione del settore legno e nella stessa provincia è localizzata la quasi totalità delle imprese del sughero sarde. Che significa quasi la metà delle imprese del sughero italiane. Sono numeri importanti, eppure quello che un tempo era un florido distretto industriale da anni attraversa una forte crisi di mercato e di identità che ha determinato una contrazione della produzione, della forza lavoro e dei fatturati.

«Può una bottiglia di vino italiano, che tutto il mondo ci apprezza, non avere un tappo di sughero? – si domanda Emanuele Orsini – Il sughero non può essere battuto dal silicone, tanto più quanto tutti parliamo di bio e di naturale. Non possiamo pensare che nel prossimo futuro il vino sia imbottigliato in tappi non in sughero. La Sardegna è la prima produttrice di sughero e rappresenta una delle nostre eccellenze, per questo va tutelata con decisione. Si deve intraprendere un’azione per salvaguardare 150 mila ettari di sugherete più altri 80 mila a forte vocazione sughericola. E serve il dialogo, una cabina di regia con la Regione».

Dello stesso parere Mauro Ganau, consigliere del Gruppo sughero: «La collaborazione tra FederlegnoArredo e Confindustria Centro Nord Sardegna è un importante passo per attivare iniziative che nel breve periodo consentiranno di apportare benefici per il settore sughericolo, fornendo strumenti adeguati alle industrie che hanno la capacità, la conoscenza, la tecnologia e soprattutto il rispetto per questo materiale, tanto antico e tradizionale quanto innovativo poiché utilizzato nelle più evolute tecnologie, addirittura aero-spaziali. Parliamo di un materiale unico al mondo, una materia prima naturale sempre viva, durevole nel tempo e riciclabile infinite volte, ecosostenibile ed ecologica. Le foreste di sughero rappresentano un patrimonio importantissimo per la Sardegna e il bacino del Mediterraneo, siano esse di proprietà pubblica che privata. Dobbiamo ritenerci fortunati per il fatto che l’isola sia il primo produttore italiano e per questo chiediamo una maggiore tutela e salvaguardia delle foreste di sughero della Sardegna».

Al direttore di Confindustria Centro Nord Sardegna, Giansimone Masia, il lavoro di sintesi della giornata di confronto. E anche l’affondo verso la Regione. «È in fortissimo ritardo nel sostenere questo comparto – dice Masia – che ha una valenza economica e occupazionale elevatissima, con importanti ricadute positive anche di carattere ambientale, che giustificherebbero attenzioni e risorse molto superiori a quelle finora riconosciute».

@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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