La Nuova Sardegna

Il Corecom sarà organo giudicante

Il Corecom sarà organo giudicante

Dispute sulle telecomunicazioni, l’Agcom trasferisce funzioni al comitato sardo

05 aprile 2018
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CAGLIARI. Conciliatore lo era già, presto diventerà anche giudice. Sarà questo il futuro del Corecom, che oltre la sigla vuol dire: Comitato regionale di controllo delle comunicazioni. Quindi il luogo fisico in cui, negli uffici di Cagliari e Sassari, ogni consumatore può ricorrere dopo essere finito prigioniero dei contratti firmati con le compagnie telefoniche e i colossi della pay-tv, la televisione a pagamento. Finora il Corecom ha svolto la funzione di conciliatore e cercato di mettere d’accordo le controparti. C’è riuscito e anche bene. L’anno scorso su 1.526 controversie il 75%, sono oltre un migliaio, si è concluso a favore dei consumatori, che ha recuperato in tutto 400mila euro rimborsati dai gestori. Fin qui il passato che comunque continuerà ad andare avanti, poi da maggio lo stesso Corecom diventerà anche un collegio giudicante e le sue decisioni, comprese le sanzioni inflitte, saranno inappellabili: dovrà pronunciarsi sulle conciliazioni non andate a buon fine e che, nel frattempo, sono diventate vere e proprie contrapposizioni, o cause per essere ancora più chiari. È tutto scritto nella convenzione con cui l’Autorità nazionale delle comunicazioni, l’Agcom, ha trasferito al Corecom le cosiddette funzioni di secondo livello, il giudicare appunto, finora accentrate a Napoli.

«La Sardegna – ha detto il giornalista Mario Cabasino, presidente del Comitato – si allinea così alle altre Regioni e fra pochi mesi offrirà un servizio ancora più vicino ai cittadini». Da maggio in poi «tutte le procedure potranno essere chiuse direttamente nell’isola», ha aggiunto Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, determinante per arrivare alla firma. A questo punto il Corecom è di fatto nei suoi pieni poteri: «È stato un percorso lungo ma ci siamo arrivati», ha ricordato Cabasino.

Il Comitato ha ricevuto in carico anche altre due deleghe. La prima: monitorare le trasmissioni radiotelevisive prodotte dalle tv private e da Rai Sardegna per «verificare il rispetto degli obblighi a tutela delle minoranze linguistiche e dei minori», poi «della quota e della qualità della pubblicità inserita e della par condicio nelle campagne elettorali». In caso dovesse riscontrare delle anomalie, il Corecom invierà la segnalazione all’Autorità nazionale. Fra i nuovi compiti il Comitato dovrà verificare anche che i contributi regionali per la diffusione della lingua sarda siano spesi bene dalle televisioni locali cui sono stati assegnati attraverso i bandi previsti da una legge del 2015 e da allora sempre rifinanziata dal Consiglio.

Per poter svolgere vecchie e nuove funzioni il Comitato avrà a disposizione i 220mila euro inseriti come ogni anno nella Finanziaria regionale, più i 118mila (erano finora 68mila) in arrivo dall’Autorità nazionale, necessari per far funzionare gli sportelli di Cagliari e Sassari, aperti grazie anche a quattro borsisti delle due Università, in cui il numero dei ricorsi è aumentato del 50 e del 100%. Inoltre ha in calendario anche la pubblicazione, a giugno, di un dossier sull’informazione, dai quotidiani ai siti internet, e la partecipazione allo spettacolo teatrale contro la violenza di genere, organizzato insieme a «Giulia», l’associazione delle giornaliste sarde. (ua)

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