La Nuova Sardegna

In vetrina oro rosso e piatti della tradizione

dall’inviata

Apprezzati gli allestimenti con il corallo e la degustazione a base di polpo, bogamarì e tabaccheras

05 aprile 2018
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PARIGI. È l’Alghero che produce nel solco della tradizione quella che ieri si è messa in vetrina all’Unesco. L’allestimento per presentare il corallo, creato da Tonino Serra e la sua Interior& Flower Design, è riuscito ad esaltare l’abilità degli orafi che si sono consorziati sotto l’insegna del prezioso rubrum, esponendo ramificazioni di corallo della Riviera e gioielli racchiusi in ottocentesche campane di vetro napoletano. Candelabri di Driade e ancora corallo e aragoste in cristallo rosso, tea light che emanavano gli aromi delle erbe sarde hanno fatto il resto. Serra collabora da anni con un algherese famoso, lo stilista Antonio Marras, organizza matrimoni da favola, allestisce esposizioni in tutta Europa, insegna in corsi universitari e sta predisponendo il restyling del Museo del corallo algherese. «Noi sardi abbiamo una marcia in più perché partiamo da una base che è rappresentata dalla bellezza della nostra isola nell’ambiente e nei suoi monumenti unici. Ovunque vada sento solo apprezzamenti sulla Sardegna - rileva l’artista- ma dobbiamo fare di più per farla conoscere. Così creeremo quello sviluppo che da sempre inseguiamo. Sono convinto che abbiamo capacità e idee per raggiungere l’obiettivo di crescere e far restare nella loro terra tanti giovani costretti a fare le valige perché qui non trovano lavoro». Prendere i francesi per la gola può sembrare un’operazione difficile ma ci sono riusciti con i complimenti unanimi Enzo e Gianluca Lai e Lorenzo Moro, questi ultimi due giovani promesse dell’arte culinaria. La degustazione che hanno offerto con ricette tipiche algheresi e prodotti di prima qualità fatti arrivare direttamente dalla città catalana era un riassunto di gusti “speciali”. Polpo in agliata, crostini al riccio di mare, mousse di carciofo arrosto con scaglie di bottarga, fregola spolverata di bogamari’, e poi ous de butxaca, tabaccheras e altre prelibatezze presentate insieme con il panificio Cherchi di Olmedo della famiglia algherese Masia, e alle pasticcerie Bon Bon e e le Delizie di Stefi, i vini della cantina di Santa Maria La Palma e l’olio dell’Accademia Olearia.

«La ristorazione, nonostante la crisi obiettiva frutto di un calo dei consumi, può rappresentare comunque un punto di forza della nostra economia e fare da traino al comparto alimentare – afferma Gianluca Lai, cresciuto nel ristorante paterno e che ora si è messo in proprio –. C’è un interesse verso la cucina, tipica e non, sempre crescente e recuperando dalla tradizione presentiamo menù apprezzato da qualsiasi tipo di clientela. Per noi giovani è una sfida che ci dà tante soddisfazioni e poterci confrontare all’estero, e in una sede prestigiosa come l’Unesco, è un’esperienza che ci arricchisce».

«Iniziative come queste - aggiunge Gabriella Esposito, assessore comunale al Turismo – mettono in moto l’orgoglio dei partecipanti, che offrono le loro migliori competenze, e creano una rete importante con altre città che hanno già ottenuto il riconoscimento Unesco di Città creativa al quale puntiamo. Abbiamo in programma per settembre, ad esempio, giornate musicali con Pesaro e Bologna, in occasione dell’Anno Rossiniano. Abbiamo puntato molto sul progetto e ora speriamo di coglierne i frutti». (p.f.)

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