La Nuova Sardegna

Amianto killer in fabbrica in 500 chiedono giustizia

di Paolo Merlini
Amianto killer in fabbrica in 500 chiedono giustizia

Già 130 le vittime, tutti ex operai. Nasce un fronte comune con la Cgil

15 aprile 2018
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OTTANA. È una strage silenziosa, protratta nel tempo, che ha lasciato sul campo più di 130 morti, ma l’elenco potrebbe allungarsi drammaticamente nei prossimi anni. Non c’è pace per chi ha respirato amianto senza alcuna protezione dagli anni ’70 sino alle porte del nuovo secolo negli stabilimenti di Ottana. Eppure due anni di battaglie dell’Aiea, l’associazione esposti amianto presieduta in Sardegna da Sabina Contu, sono serviti a rompere il muro di omertà, anche istituzionale, che circondava queste morti bianche, morti che non facevano notizia perché chi era chiamato a vigilare aveva tutto l’interesse a tenerle sotto traccia. Ora quel muro è stato abbattuto, la Regione ha assunto il proprio ruolo per affrontare questa autentica emergenza che riguarda decine e decine di ex lavoratori della Sardegna centrale, anche se ancora c’è molto da fare.

C’erano almeno cinquecento persone ieri mattina all’hotel Funtana & Donne per fare il punto sulla battaglia dell’Aiea per Ottana. Ex lavoratori con i propri familiari, o congiunti di chi è venuto a mancare, amministratori comunali e regionali, parlamentari. Tra questi, una folta rappresentanza dei neoeletti del M5S, che hanno assicurato il proprio impegno alla Camera e al Senato. Prendono la parola in molti, ma parlano soprattutto le immagini e le testimonianze dei protagonisti (nel documentario di Antonello Carboni e nel filmato di Francesco Tolu) per raccontare cosa sia accaduto prima e dopo la chiusura di quegli impianti a rischio. Ma l’occasione di ieri è stata anche determinante per sancire una nuova intesa tra l’Aiea e uno dei maggiori sindacati, la Cgil, in quella che finalmente è stata individuata come una battaglia comune. Qualche anno fa la vertenza degli ex esposti amianto sarebbe stata tacciata (lo è stata, in effetti) come “antindustriale”, in un momento in cui la chimica attraversava una crisi poi conclusasi con la chiusura degli impianti, che pure nulla avevano a che vedere con i vetusti stabilimenti del secolo scorso. Non è stato facile ripartire da zero e ricostruire un rapporto, e lo fa notare proprio Sabina Contu.

Oggi l’Aiea chiede l’azzeramento dei vertici dell’Inail, che si sono dimostrati incapaci di fare tabula rasa della famosa relazione Contarp che nel 2003 sancì che a Ottana l’amianto era presente in quantità così ridotta da non poter essere la causa di malattie asbesto correlate. Un’affermazione tragicamente smentita dagli eventi successivi, come ha ricordato il sindaco di Ottana Franco Saba aprendo l’incontro, chiuso dal leader della Cgil nazionale Maurizio Landini.

Molto si è mosso anche a livello della giunta regionale, anche se, come ha ricordato l’assessore alla Sanita Luigi Arru, la Sardegna ha sin dal 2005 (giunta Soru) una propria legge in materia d’amianto. «Noi siamo ripartiti da lì – ha detto Arru – aggiornando il protocollo sanitario e uniformando le azioni su tutto il territorio. Abbiamo ascoltato le esigenze di tutti, associazioni e lavoratori, accogliendo suggerimenti e proposte». L'assessore ha rivendicato l'istituzione, per la prima volta in Sardegna, del Registro tumori. «Tra primi atti di questa Giunta – ha detto ancora –- c'è l'approvazione del piano triennale per la prevenzione, che finanzia e rafforza gli screening tumorali. Sappiamo che c'è ancora da fare, ma molto è stato avviato in questa legislatura». Concetti ribaditi dall’assessora all’Ambiente Donatella Spano, che però ha denunciato il caos normativo e l’incertezza di finanziamenti a livello nazionale: «Il Piano amianto, finalmente approvato, ancora non ha ancora trovate copertura e la sua attuazione è bloccata dal ministero delle Finanze nonostante gli sforzi fatti. Serve riordino delle norme in tema di amianto: a livello nazionale abbiamo 248 leggi che se ne occupano, oltre 400 a livello regionale. È indispensabile un testo unico».

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