La Nuova Sardegna

La casa d'aste Christie's mette in vendita un bronzetto nuragico

Il bronzetto nuragico in vendita da Christie's
Il bronzetto nuragico in vendita da Christie's

La denuncia del leader di Unidos Mauro Pili che ha rivolto un appello al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini

23 aprile 2018
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SASSARI. «A New york stanno svendendo la civiltà nuragica della Sardegna. Un meraviglioso guerriero nuragico sardo, trafugato dagli scavi archeologici della Sardegna, è in vendita nei cataloghi della celebre casa d'aste Christies a New York con una stima di 35mila dollari». È la denuncia del leader di Unidos Mauro Pili, che ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook.

Lo straordinario bronzo risale al periodo nuragico VIII-VII secolo avanti Cristo. Il capolavoro viene descritto sul sito di Christie's di forma snella allungata, in piedi frontalmente con il suo peso equamente distribuito, entrambe le braccia piegate, il braccio destro sollevato, la sinistra al fianco, tenendo nella mano sinistra un arco, la sezione centrale appoggiata sulla sua spalla, la lunghezza rimanente che si estende dietro, la spada sulla schiena. Indossa una corta tunica con una corazza quadrata che gli pende dalle spalle e un elmo con due lunghe corna che si estendevano in avanti, i suoi capelli biforcuti lungo la nuca, il suo viso ovale con una bocca piccola, circolare, aperta, un naso prominente e occhi larghi non articolati, su un collo lungo e sottile. Secondo la descrizione la provenienza sarebbe quella di Robert Haber, New York. Acquistato dall'attuale proprietario nel 1986.

«Ho appena segnalato alle autorità competenti questo nuovo agguato alla civiltà nuragica della Sardegna. E' semplicemente scandaloso che una casa d'arte di quel livello venda un patrimonio così rilevante della storia nuragica, legittimare questo tipo di vendita significa avallare un vero e proprio furto alla nostra civiltà millenaria - afferma Mauro Pili -. Il ministro dei beni culturali intervenga immediatamente e la smetta di lasciare alla mercè dei trafficanti questa straordinaria civiltà. Avevo più volte sollecitato, anche con un voto del parlamento, un'azione costante di monitoraggio su questi traffici, ora, invece, a gestirli sono le case più rinomate al mondo. Non v'è dubbio, e non potrebbe essere diversamente, che questo patrimonio sia stato sottratto furtivamente dagli scavi in Sardegna e che il traffico di reperti è ancor oggi fiorente, così come tutte le convenzioni internazionali impongono la restituzione del patrimonio alla nazione d'origine, cioè la Sardegna. Siamo dinanzi all'ennesima straordinaria testimonianza della più antica e segreta civiltà del Mediterraneo in vendita nelle gallerie internazionali senza che nessuno faccia niente per impedire questo traffico di reperti archeologici rubati all’antica storia della Sardegna. Tutto questo è semplicemente inaccettabile».

«Chiedo alle autorità competenti - conclude Pili - di mettere in atto tutte le azioni urgenti per procedere all’immediato recupero dei reperti detenuti sia dalla casa Christies a New York che dalla stessa Royal Athena Gallery di Londra».

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