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il capo dello stato in abruzzo 

Mattarella: la Costituzione ha radici nella Resistenza

Mattarella: la Costituzione ha radici nella Resistenza

SASSARI. Prima la cerimonia all’Altare della Patria, poi tappa a Casoli, uno dei centri nevralgici della Resistenza del Mezzogiorno. Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella la festa...

26 aprile 2018
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SASSARI. Prima la cerimonia all’Altare della Patria, poi tappa a Casoli, uno dei centri nevralgici della Resistenza del Mezzogiorno. Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella la festa della Liberazione si è svolta in due momenti. Il primo alle 9 a Roma per la consueta cerimonia all’Altare della Patria. Col capo dello Stato anche i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati, e la ministra della Difesa Roberta Pinotti. Poi il trasferimento in Abruzzo. «La nascita del movimento della Resistenza segna il vero spartiacque della storia nazionale del secolo scorso – ha dichiarato Mattarella –. Chiude la fase della dittatura e porta l'Italia verso la libertà. La restaurazione della vita democratica, dopo il cupo ventennio fascista, ha le sue radici nella Resistenza. E la nostra Costituzione, sigillo di libertà e democrazia, come scrisse Mortati nel 1955, si collega al grande moto di rinnovamento espresso dalla Resistenza».

In tutte le città italiane è stata celebrata la Liberazione dal nazifascismo. Sardegna compresa. A Cagliari la manifestazione organizzata dall'Anpi. In strada anche gli "studenti antifascisti". Un corteo anche di musica e allegria. Non sono mancati i "Bella ciao". Un modo per ricordare anche i dolori e i lutti della guerra, in particolare le bombe del 1943 su Cagliari. La manifestazione - presente anche il sindaco Massimo Zedda - si è conclusa con gli interventi dal palco in piazza del Carmine. «Non è una giornata di riposo – ha detto una giovane studentessa, Michela Lippi – ma di lotta in questo periodo in cui la libertà si dà per scontata. Il fascismo non è morto, l'antifascismo è dovere morale. Fascismo non è politica, ma odio e violenza». Giù dal palco il partigiano Nino Garau, 95 anni, guarda e sorride compiaciuto.

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