La Nuova Sardegna

Giua dà lezioni di fair play: «Tanti ignorano le regole»

di Giuseppe Pulina
Giua dà lezioni di fair play: «Tanti ignorano le regole»

Il fischietto che ha di recente esordito in serie A ospite al liceo sportivo di Tempio. «Mi sento uno di B che ha avuto la fortuna di dirigere nella massima categoria»

03 maggio 2018
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TEMPIO. Le domande arrivavano a raffica, numerose e tutte piuttosto stuzzicanti. D’altronde, non poteva non essere così, visto che il primo ospite della rassegna di incontri organizzati dal Liceo sportivo è stato quello che per tutti è lo sportivo sardo dell’anno: l'arbitro di calcio Antonio Giua, di Calangianus, che di recente ha esordito in serie A.

Ieri ha tenuto una lezione al “Dettori”, rivolgendosi in particolare ai ragazzi che frequentano il neonato indirizzo sportivo, su fair play e regolamento. A proposito del quale ha dimostrato come spesso siano proprio i cosiddetti "intenditori" a ignorare inaspettatamente le regole. E così, l’incontro organizzato dai docenti di educazione fisica, Bruno Ena e Alessandro Vasino, ha avuto inizio proprio con un bel “ripasso” delle regole dello sport più praticato e amato dagli italiani.

Tra una regola e l’altra, Antonio Giua, classe ’88, ingegnere aziendale, calciatore mancato che ha fatto dell’arbitraggio una passione paragonabile a quella di chi calca i campi da giocatore, ha raccontato molto di sé. «Diventare arbitro – ha detto agli studenti – è stato il coronamento di un sogno, iniziato a 15 anni come se fosse un gioco. Intrigato dalle regole, ho iniziato ad arbitrare e oggi – ha tenuto a precisare schermendosi – non posso dirmi un arbitro di serie A, ma un arbitro di B che ha avuto la fortuna di arbitrare in serie A». Ma non solo: è il primo arbitro sardo ad aver diretto un match della massima serie nell’era moderna, in due lo hanno preceduto, ma si parla degli anni 30-40.

Nella sua lezione, Giua ha dimostrato di sapersela cavare egregiamente nei panni del docente che spiega, ruolo che ha in effetti ricoperto lo scorso anno alle dipendenze del Tecnico Pes. Più che fare domande, questa volta ha dovuto dare risposte. A chi gli ha chiesto se avesse mai subito tentativi di corruzione, ha detto che fortunatamente non gli è mai accaduto. Ha parlato anche del Var, che lo vede spesso impegnato nel ruolo di assistente. Ha poi riconosciuto di avere degli errori da rimproverarsi e che questo, per un ipercritico come lui, non è facile. Quello più grande? «Forse la decisione di espellere un giocatore pochi minuti dopo il fischio d’inizio». Ama il calcio e ne conosce alla perfezione i regolamenti, e così disapprova il comportamento di chi, questo sport, proprio non l’onora. Come quei genitori, da Daspo, che si comportano male verso arbitri adolescenti, a volte coetanei dei loro figli.

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