Mercati spaventati, vola lo spread
di Domenico Conti
Piazza Affari chiude a -1,8%, persi 12 miliardi. L’euro a picco: 1,16 sul dollaro
29 maggio 2018
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ROMA. L'Italia torna nel caos dei mercati, che dopo una breve euforia quando è sfumata l'ipotesi del governo Conte, mandano di nuovo a picco la Borsa e l'euro e fanno schizzare di quasi 50 punti base lo spread a due anni: un salto mai visto dall'avvio della crisi politica, che segnala timori elevati. Lo scenario che gli investitori hanno davanti è di probabili nuove elezioni dopo l'estate, con la Lega euroscettica data per «kingmaker» di un prossimo governo chiamato velocemente a dare all'Italia una legge di bilancio. Di fronte a un voto dopo l'estate con lo stesso sistema elettorale del «Rosatellum», e che si prefigura come un vero e proprio referendum sull'Europa, i mercati ci hanno messo poco a guardare oltre il nome rassicurante di Carlo Cottarelli, visto come un guardiano dei conti pubblici. Con il «no» di Silvio Berlusconi ad appoggiare il super-tecnico del Fmi, il voto anticipato è quasi certo. Ed è un voto dalle mille incognite: «Se uno legge i sondaggi d'opinione in questo momento Salvini è il kingmaker di qualsiasi futuro governo», spiega Lorenzo Codogno, ex dirigente del Tesoro ora economista a capo della LCMacroAdvisers a Londra. Proprio il segretario della Lega, che aveva posto la nomina dell'euroscettico Paolo Savona all'Economia come condizione indispensabile per appoggiare il governo, facendo saltare il tavolo di fronte al «no» del Quirinale. La risposta degli investitori, dopo qualche ricopertura iniziale date le pesanti perdite delle ultime settimane, è stata virulenta sulla Borsa: bruciati 12 miliardi solo oggi, 63 nelle ultime 10 sedute (ben 23 per le sole banche), Piazza Affari chiude in calo del 2,08% dopo perdite fino a oltre il 2,5%, con una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso fra le banche. Mps e Bpm chiudono in calo di quasi il 7%. Ancora peggio va sul mercato dei titoli di Stato: lo spread a 10 anni si ferma a 233 dopo un massimo dal 2013 a 234: rispetto a venerdì, quando il tema era la formazione del governo di Giuseppe Conte e con un euroscettico all'Economia, c'è un balzo di ben 29 punti. Il tasso del Btp decennale arriva a sfiorare il 2,70%. Ma sopratutto lo spread a due anni, principale indice dei timori dei mercati di alta rischiosità imminente, vola di quasi 50 punti base nella sola giornata di ieri, a 152 da 108 di venerdì. Più che raddoppiati i tassi sui Btp indicizzati in asta. «Viva preoccupazione» per la crisi politica esprimono anche i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, che esprimono stima a Mattarella. Così anche l'intero sistema economico milanese (da Confindustria ai sindacati) e il numero uno della Confcommercio Carlo Sangalli: usano la parola «preoccupazione» e esprimono appoggio al capo dello Stato. «Senza l'euro sarebbe la fine dell'Italia», sostiene il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che chiede moderazione nelle parole della politica. Di certo ieri mattina sui mercati «c'è stato un breve sospiro di sollievo, si è visto che Mattarella si è opposto alla deriva», spiega Codogno.