La Nuova Sardegna

La spesa e le liste d’attesa Arru dal ministro Grillo

La spesa e le liste d’attesa Arru dal ministro Grillo

L’assessore regionale alla sanità convocato a Roma: i conti in primo piano Da tempo l’isola chiede allo Stato di ridurre la quota di accantonamenti

19 giugno 2018
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CAGLIARI. I contatti fra la Regione il governo Cinque stelle-Lega s’intensificano. A Roma, il ministro della salute, Giulia Grillo, ha convocato l’assessore alla sanità Luigi Arru. Non è un incontro straordinario, ma previsto dall’agenda ministeriale secondo il turno che spetta a ogni Regione, e domani sarà la volta della Sardegna.

Nella sanità, i rapporti fra la Regione e lo Stato sono molto particolari. Si sa: l’intero costo del sistema salute, è intorno ai tre miliardi l’anno, da dodici anni è solo tutto sulle sue spalle della Regione. Lo è da quando, nel 2006, fu firmato l’accordo sulle entrate fra Romano Prodi, il premier dell’epoca, e l’allora governatore Renato Soru. Da allora in poi, con il trasferimento del ministero dell’economia di gran parte dell’Iva incassata nell’isola, lo Stato s’è tirato fuori dalla partita, mentre finanzia da sempre le Regioni a statuto ordinario.

Però, al di là di quel patto finanziario, Roma comunque continua a controllare la spesa sanitaria sarda. Lo fa attraverso il Comitato per la programmazione economica, che ogni anno pone un tetto anche alla Sardegna, che è obbligata a rispettarlo, anche se mai potrà essere commissariata proprio perché si paga la sanità dall’inizio alla fine. C’è dell’altro in questo intreccio: lo Stato non sborsa un euro neanche per i cosiddetti farmaci innovativi prescritti nelle più recente terapie anti-tumorali e i vaccini per l’epatite B, mentre li rimborsa alle altre Regioni.

Sarà proprio questa una delle vertenze che Arru porterà sul tavolo della ministra: la Regione sostiene da tempo che almeno gli extra dovrebbero essere restituiti dal governo. Seppure di recente anche la Corte costituzionale ha dato ragione al governo su questo fronte, ma la Regione ha rilanciato: «Allora riduceteci almeno la nostra quota di accantonamenti, sono centinaia e centinaia di milioni, che ogni anno non ci girate per far fronte al debito pubblico nazionale».

Con i governi di centrosinistra, una risposta a questa rivendicazione non è arrivata nonostante le trattative, ora la Sardegna proverà a ritornare alla carica. C’è poi un terzo aspetto ancora più tecnico e riguarda la riorganizzazione degli ospedali. Votata l’anno scorso dal Consiglio regionale, è ancora bloccata negli uffici dei ministeri alla salute e all’economia. Arru proverà a sbloccarla, anche se si sa già che Roma avrebbe sollevato qualche perplessità sui punti nascita e i piccoli ospedali. Perplessità su cui la Regione deve ancora ragionare, ma comunque in alcuni casi dovrà per forza chiedere la deroga, per far entrare la riorganizzazione a pieno regime. Infine, in questi giorni, la ministra Grillo ha inviato alle Regioni la richiesta di un «monitoraggio molto severo» sulle liste d’attesa.

La Sardegna non è certo messa bene: l’attesa media per una mammografia è intorno ai 190 giorni. Giulia Grillo ha sollecitato che il rapporto le sia inviato entro due settimane. Arru potrebbe cominciare ad anticiparle i primi numeri sin da domani. (ua)
 

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