La Nuova Sardegna

“Nois”, terra accogliente l’isola come Barcellona

di Stefano Ambu

Integrazione, Sardegna promossa. La storia di Musa, dalla Libia ai campi di calcio La commissaria spagnola Lopez: «Chiunque viva da noi è trattato da cittadino»

24 giugno 2018
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CAGLIARI. Sardegna, terra di accoglienza. Barcellona è un punto di riferimento perché– come ha detto ieri a Cagliari la commissaria per l'Immigrazione del Comune catalano Lola Lopez in occasione di Nois, evento promosso dalla Regione – da un quarto di secolo tratta gli ospiti come cittadini. Ma l'isola è sulla buona strada: 3.657 richiedenti asilo, 145 Cas attivi, 17 Sprar. E si va avanti così. La Regione, dopo la positiva esperienza dello scorso anno, ha promosso un nuovo bando per i progetti di volontariato sociale rivolti ai richiedenti asilo. Sono state approvate 15 domande (Sadali, Valledoria e Trinità d’Agultu e 12 associazioni) con oltre 250 richiedenti asilo coinvolti. «Mi piace – ha detto l'assessore regionale Filippo Spanu – che tutte le Regioni, indipendentemente dallo schieramento che governa, abbiano chiesto un incontro al ministro dell'interno Salvini».

Guardando a sud. «La Regione punta a fare rete qui e a livello nazionale – ha spiegato Spanu – si lavora sulla integrazione attraverso lo sport e la cultura: è importante il lavoro della cooperazione tra i paesi rivieraschi del Nord Africa e quelli del Sud del Mediterraneo». Molti progetti sono già stati finanziati. E la speranza della Regione è che si continui così.

I numeri. Nei centri di accoglienza (Cas) della provincia di Cagliari ci sono 1.663 ospiti, a Sassari 1.382, a Nuoro 384 e a Oristano 228. In totale in Sardegna i Cas attivi sono 145 (89+3 Centri per minori stranieri non accompagnati in provincia di Cagliari, 32 a Sassari, 11 a Nuoro e 10 a Oristano). Sono operativi 17 Sprar che attualmente ospitano circa 220 persone (a fronte dei 400 posti a disposizione).

L'esempio spagnolo. Barcellona tratta il tema immigrazione da 25 anni: «Chiunque viva in città – ha detto Lopez – è considerato un cittadino di Barcellona con il diritto di accedere a tutti i servizi». A Barcellona, ha però sottolineato, i migranti arrivano dopo aver passato la frontiera nel sud della Spagna. «Nelle ore in cui sbarcava l'Aquarius a Valencia – ha sottolineato – con 2700 professionisti pronti ad accoglierli, in Andalusia sono arrivati 1300 migranti sui barchini, ecco forse sarebbe bene che tanti di quei 2700 venissero spostati al sud». Lopez ha anche sottolineato il valore della collaborazione e dello scambio di esperienze tra territori nel campo dell’accoglienza dei migranti: «Con progetti comuni – ha detto – possiamo crescere insieme e rafforzare le politiche finalizzate all’inserimento dei migranti nel tessuto sociale». Concetto sottolineato dall’assessore Paolo Frau che ha ribadito l’impegno del Comune di Cagliari (il sindaco Massimo Zedda ha parlato da poco con il suo collega catalano) nella costruzione di relazioni con Barcellona e con altre municipalità.

Sardegna terra di speranza. Anche per chi scappa dal Gambia e chiede all'isola un aiuto per un futuro diverso: Musa, quasi diciottenne, nel suo lungo e pericoloso viaggio attraverso deserto, Libia e mare, ha portato a Cagliari e ora a Carbonia il suo talento da giocatore di calcio. E chiede un'opportunità. La sua storia, raccontata nel film “Crossings-Musa’s story” di Scott Barker, proiettato ieri durante l'evento al Teatro Massimo, ha strappato qualche lacrima e una marea di applausi. Musa, timidissimo, è anche salito sul palco a ribadire la sua tormentata vicenda. La svolta è stata la morte della madre. Da allora non ha voluto più sentire ragioni: e, nonostante la paura, ha affrontato il viaggio che un anno fa lo ha portato a Cagliari.

Oggi, con “Nois-La Sardegna che accoglie” proseguono i momenti di approfondimento sul tema delle migrazioni.

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