La Nuova Sardegna

La Goletta verde battezza la nuova area marina protetta di Capo Testa

di Serena Lullia
La Goletta verde battezza la nuova area marina protetta di Capo Testa

Il sindaco di Santa Teresa: «Un tesoro per tutta l’isola»

02 luglio 2018
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INVIATA A SANTA TERESA. Da zero a 11 in 30 anni. Le aree protette della Sardegna danno il benvenuto all’ultima nata nella famiglia dei paradisi tutelati. L’Amp di Capo Testa-Punta Falcone. L’abbraccio avviene a bordo della barca sentinella del mare italiano, la Goletta verde. Il veliero di Legambiente non a caso sceglie Santa Teresa come prima tappa del suo tour con i quattro mori. Una benedizione sulle onde per l’area marina protetta istituita con la firma del ministro uscente Gian Luca Galletti e che potrà prendere forma non appena il decreto verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

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Eden tra mare e granito. E basta navigare in un piccolo tratto della futura Amp di Capo Testa per capire perché meriti una tutela speciale. Lo scirocco teso rende intenso il blu del mare che nei tratti a ridosso si tinge di azzurro e verde. Difficile non restare ipnotizzati come bambini nel guardare le scogliere di granito che il vento ha modellato come morbida creta. Nuvole di roccia, che assumono le forme della fantasia. Una donna in costume sardo con il fazzoletto legato al collo proprio sotto il faro di Capo Testa, un’aquila, il muso di un cane. «In un territorio ad alta vocazione turistica è significativo che il Comune di Santa Teresa abbia scelto come partner strategico la natura – ha dichiarato Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna –. Le aree marine protette valorizzano il nostro territorio. Auspichiamo che siano dotate delle risorse necessarie al loro funzionamento in modo da proteggere realmente ambiente e biodiversità».

La confederazione. A bordo del veliero ambientalista sale il gotha delle aree protette di Sardegna. Dal neo presidente del Parco dell’arcipelago della Maddalena, Fabrizio Fonnesu, al direttore dell’Amp di Tavolara-Coda Cavallo Augusto Navone al direttore dell’area protetta di Capo Carbonara, Fabrizio Atzori passando per Vittorio Gazale, responsabile dell’Amp dell’Asinara. Nelle mani di ognuno di loro fette dell’eden sardo da proteggere e valorizzare. Ma anche da integrare per evitare che ogni zona protetta sia una città-Stato. L’idea del futuro è una confederazione verde. «Abbiamo creduto da subito nell’area marina protetta e abbiamo lavorato perché si concretizzasse – spiega il sindaco di Santa Teresa, Stefano Pisciottu. Attendiamo ora la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto di istituzione firmato dal ministro Galletti. A fine stagione ci auguriamo di poter cominciare il percorso di gestione che sappiamo non sarà facile, ma che vedrà tutto il nostro impegno. Crediamo sia necessario poi dare una immagine unitaria e collaborare al di là dei confini geografici che il visitatore non percepisce. Siamo gli ultimi arrivati nella grande famiglia delle aree protette ma speriamo di poter lavorare in sinergia con il resto dell’isola e anche con la Corsica, per poter realizzare quella cooperazione territoriale prevista dal Gect».

I confini. L’Amp di Capo Testa comincia dalla Valle dell’Erica (esclusi il fiordo di Porto Pozzo, la penisola di Coluccia e la foce del Liscia) e arriva fino a poche miglia dal confine con il comune di Aglientu. La zona A, di riserva integrale è circoscritta alla secca del Diavolo, a ovest di Capo Testa. Tutta l’area intorno alla penisola già sito di interesse comunitario è classificata come B. È consentito fare il bagno ma p regolamentata la navigazione a motore e l’ancoraggio. Autorizzato l’ormeggio, la piccola pesca artigianale per i residenti, la pescaturismo ricreativa e sportiva, immersioni e il whale watching. Vietata la pesca subacquea. Tutto il resto è classificato come C. «L'istituzione dell’Amp di Capo Testa è anche importante perché, come le altre già istituite, può rappresentare un presidio prezioso per proteggere le biodiversità nell’Alto Tirreno», commenta Davide Sabbadin, portavoce di Goletta Verde.
 

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