La Nuova Sardegna

inchiesta chiusa 

I soldi della Uil trasferiti all’estero sotto accusa ex direttore del Banco

I soldi della Uil trasferiti all’estero sotto accusa ex direttore del Banco

CAGLIARI. Licenziato a gennaio 2017 per aver dato una ripulita da 309 mila euro al conto corrente della Uil dov’erano custoditi anche i 76 mila euro raccolti per le vittime del ciclone Cleopatra e a...

07 luglio 2018
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CAGLIARI. Licenziato a gennaio 2017 per aver dato una ripulita da 309 mila euro al conto corrente della Uil dov’erano custoditi anche i 76 mila euro raccolti per le vittime del ciclone Cleopatra e a quelli di altri clienti, l’ex vicedirettore della filiale di Villanova Monteleone del Banco di Sardegna dovrà rispondere di frode informatica, truffa e accesso abusivo al sistema telematico dell’istituto di credito. Chiusa l’inchiesta condotta dal pm Andrea Massidda, Achille Antonio Cadeddu (57 anni) di Alghero - difeso dagli avvocati Nanni Campus e Luigi Satta - ha ora venti giorni di tempo per produrre memorie o farsi interrogare. Le sue condizioni di salute però non sembrano consentirgli una difesa efficace, il che significa che il procedimento - radicato a Cagliari per la valutazione delle ipotesi di riciclaggio - potrebbe prendere altre strade. Le conclusioni della Procura, contenute nell’avviso di chiusa indagine, sembrano escludere che Cadeddu abbia potuto contare su complicità interne o esterne alla banca: ha fatto tutto da solo, una decina di bonifici emessi tra luglio e ottobre del 2016 e diretti su conti svizzeri e della Repubblica Ceca. In altre parole denaro depositato da correntisti e dirottato altrove attraverso canali bancari, fino al giorno in cui il direttore generale del Banco Giuseppe Cuccurese è stato informato delle anomalie e ha presentato un esposto dettagliatissimo alla Procura di Sassari. Era il 20 dicembre 2016, appena un mese dopo Cadeddu è stato messo alla porta perché ai sospetti nei suoi confronti si sono sostituite certezze. Da quel momento in poi il Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza ha preso in mano la situazione, setacciando conti e documenti per capire se il direttore della filiale si fosse mosso in autonomia o qualcuno l’avesse aiutato. Inevitabili, sono stati fatti alcuni collegamenti: la moglie del dirigente di banca, Angela Lobrano, è la tesoriera della Uil e collaboratrice fedele della segretaria generale della Uil Francesca Ticca. Il che spiega perché il sindacato ha scelto la sede di Villanova Monteleone, un paese non proprio centrale, per depositare il denaro raccolto a favore degli alluvionati del Cleopatra. La scelta, certamente opinabile, non dimostra che le operazioni eseguite da Cadeddu abbiano avuto una regia esterna. Per quanto la Ticca, travolta da sospetti rivelatisi infondati, avesse deciso di sospendersi dai vertici della Uil. Sempre la Ticca insieme alla Lobrano sono le firmatarie di una seconda denuncia nei confronti di Cadeddu, considerato un caso umano ma anche il responsabile unico di una situazione imbarazzante.

I fatti certi restano quelli verificati dalle Fiamme Gialle: in preda a una stato psicologico precario, è stato Cadeddu a eseguire dieci bonifici indirizzati a sedi bancarie estere in barba agli intestatari dei conti, del tutto ignari di quanto accaduto a loro spese. Fra questi il conto Emergenze della Uil, spolpato nell’autunno 2016 senza che nessuno se ne accorgesse, e quello della segretaria Uil nella sede di Nuoro. Scoppiato lo scandalo, la Ticca spiegò ai giornali di non aver denunciato subito l’ammanco per spirito di vicinanza nei confronti della Lobrano: l’autore del furto informatico era il marito, un uomo in difficoltà che oggi - dichiarato invalido totale - vive assistito da un badante e da un amministratore di sostegno. Da qui a ipotizzare che il procedimento penale rallenti e si fermi il passo è breve. In autunno la Procura deciderà il da farsi. (m.l)

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