La Nuova Sardegna

Turismo e commercio: sì al ritorno dei voucher

Manca (Federalberghi): «Grossa opportunità, servono soluzioni flessibili» Perplessità delle imprese sulla stretta nei confronti dei contratti a termine

13 luglio 2018
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SASSARI. L’idea del governo di reintrodurre i voucher piace agli operatori e ai commercianti del turismo sardo anche se non compensa la preoccupazione per la stretta sui contratti a termine annunciata col decreto dignità, che non terrebbe conto delle particolari esigenze di un settore che vive di stagionalità. Per il presidente di Federalberghi, Paolo Manca, invece di aggiungere paletti ai contratti a termine, «bisognerebbe ripensare ai voucher che sono un’ottima risposta ai momenti di boom, ad esempio nei weekend di fuoco, oppure per eventi particolari. Sono una grande opportunità sia per gli imprenditori, che hanno bisogno di soluzioni flessibili, sia per i lavoratori dal momento che possono lavorare pur mantenendo lo status di disoccupati. E poi non è certo stato il settore alberghiero ad aver abusato dello strumento dei voucher. L’utilizzo medio per albergo, è stato accertato, era di 4mila euro ad albergo».

E ancora: «La stretta sui contratti a termine prevista dal decreto dignità è molto preoccupante. Soprattutto per gli albergatori, che assumono quasi esclusivamente a tempo determinato. C’è il rischio, concreto, che i contratti in scadenza non vengano rinnovati alla luce delle novità legislative». Manca è molto preoccupato dai nuovi vincoli: «Se le restrizioni, come sembra, riguarderanno anche i contratti stagionali saremo rovinati. In Sardegna il boom di arrivi si concentra nei mesi estivi e la stagione si può interrompere bruscamente se le temperature si abbassano. Gli stagionali sono la nostra unica possibilità. Rendere più onerosa e complicata l’assunzione a termine avrà anche un altro risultato: la riduzione dell’occupazione, un disastro».

Dunque, se i nuovi vincoli si applicheranno anche ai contratti stagionali il comparto si troverà in serie difficoltà. Si parla infatti di obbligo delle causali sui rinnovi dei contratti e di un contributo aggiuntivo dello 0,5% per ogni rinnovo che si aggiunge a quello dell’1,4% introdotto dalla riforma Fornero. «Sarà un onere insostenibile per gli imprenditori: è assurdo pagare ancora di più per ogni rinnovo, magari anche di soli 15 giorni – spiega Manca –. È assurdo che si colpisca ancora una volta il turismo, l’unico settore che cresce e che dà occupazione, specie in Sardegna. Questo provvedimento rischia di ridurre l’occupazione nel settore e magari di favorire il lavoro irregolare». E la situazione per gli albergatori peggiora se si considera anche la riduzione delle proroghe dei contratti a termine, che scendono da cinque a quattro. «Così saremo costretti a rinunciare a molti lavoratori».

Anche per Gian Battista Piana, direttore generale di Confesercenti, il decreto dignità (ancora non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) è «un passo falso del governo Lega-5 Stelle». Le 8000 aziende associate a Confesercenti Sardegna fanno parte dei settori che più fanno ricorso ai contratti a termine: ristoranti e bar, intrattenimento, commercio, servizi. «Molte aziende sono caratterizzate da una fisiologica intensificazione dell’attività che non può essere gestita diversamente – sottolinea – . La nuova disciplina ha allarmato le aziende che stanno già contattando i nostri uffici per capire cosa succederà con i contratti a termine in scadenza. C’è il rischio che molti non vengano rinnovati alla luce delle nuove norme».

Critico anche Alberto Bertolotti, presidente regionale di Confcommercio e imprenditore del settore balneare (ha uno stabilimento a Domus De Maria). «Se continuerò ad assumere anche con le nuove norme? Per forza. Tutte le aziende che operano nel settore del turismo sono costrette ad assumere a termine. E non perché vogliamo infliggere una punizione al lavoratore ma perché il turismo è per sua natura “stagionale”. Il che impedisce di assumere a tempo indeterminato. Che me ne faccio di un bagnino tutto l’anno? Anzi, dirò di più, il settore ha bisogno di maggiore flessibilità, per questo mi auguro che vengano reintrodotti i voucher. Sarebbe ora che anche i nostri politici si rendano conto che il mercato del lavoro è profondamente cambiato. Il posto fisso, quello di una volta, non esiste più». (g.z.)

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