La Nuova Sardegna

Trenta: chiarezza su armi ai sauditi

Trenta: chiarezza su armi ai sauditi

Sotto accusa le bombe prodotte a Domusnovas: «Stop se vietato dalla legge»

18 settembre 2018
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SASSARI. «Ho chiesto alla Farnesina un resoconto dell’export o del transito di bombe o altri armamenti dall’Italia all’Arabia Saudita. Se c’è stata una violazione di legge, l’esportazione sarà subito interrotta e i contratti in essere decadranno immediatamente. Contratti firmati e portati avanti dal precedente governo». Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta interviene a gamba tesa nella vicenda delle bombe fabbricate in Sardegna, a Domusnovas, e utilizzate dall’Arabia Saudita contro i civili nella guerra in Yemen, come ha denunciato anche il New York Times. «Sono una persona che prima di parlare preferisce studiare – scrive il ministro sulla sua pagina Facebook –. È un mio modo di essere e ne vado fiera. Ma davanti alle immagini di quel che accade in Yemen ormai da diversi anni, non posso restare in silenzio. Se lo facessi, sarei un’ipocrita». Sugli armamenti dall’Italia all’Arabia Saudita, sottolinea, «fino ad ora, erroneamente, si era attribuita la paternità della questione al ministero della Difesa, mentre la competenza è del ministero degli Affari Esteri. La mia – prosegue il ministro – è una sana preoccupazione, politica e da essere umano, peraltro condivisa da Onu e Parlamento europeo. Affrontiamo il tema, non possiamo girarci dall'altra parte! In questo senso, ho allertato il collega Moavero che, sono certa, si interesserà quanto prima dell’argomento. Indipendentemente dal caso in questione, sono sempre stata convinta, ed oggi lo sono ancora di più, che fermare le guerre è importante, anche per fermare i flussi migratori. Il dialogo è il sale della democrazia».

Soddisfatti gli antimilitaristi e pacifisti sardi che da anni chiedono la chiusura e la riconversione della Rwm, la fabbrica di bombe di Domusnovas, nel Sulcis, che fa parte del colosso tedesco Rheinmetall. «La presa di posizione della ministra dà ancora più forza alla nostra denuncia – dice Angelo Cremone, coordinatore di Sardegna Pulita – Non vogliamo slogan, però. Ora mettano in pratica quello che altre nazioni europee hanno fatto, cioè ottemperare alle indicazioni dell’Onu. Basta bombe all'Arabia Saudita».

Intanto gli antimilitaristi hanno organizzato per domani un sit-in davanti all’ambasciata saudita, a Roma. I pacifisti non si dimenticano però dei lavoratori della Rwm e lanciano un appello al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, affinché «inizi a pensare a delle alternative per i dipendenti e alla riconversione della fabbrica». «Capiamo bene che Rwm nel Sulcis significa occupazione – ha detto Pigliaru in più occasioni –, così come prendiamo atto dell’impossibilità di progetti di riconversione dichiarata dall’azienda, ma ciò non toglie il fatto che non vogliamo che la Sardegna sia identificata come terra da cui partono armamenti utilizzati in scenari di guerra nei quali si coinvolgono popolazioni civili e che nulla hanno a che fare con le esigenze di difesa del nostro Paese o dei nostri alleati occidentali. Anche la produzione e l’uso di armamenti deve aver luogo nelle consapevolezza che i diritti umani vengono prima di qualunque altra cosa».

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