La Nuova Sardegna

Il centrodestra attacca: «Arru va cacciato via»

di Umberto Aime
Il centrodestra attacca: «Arru va cacciato via»

Un’altra mozione di sfiducia e «vogliamo vedere se il Partito dei sardi la voterà» Oppi dell’Udc chiede l’accesso agli atti sul Mater Olbia: «C’è qualcuno che mente»

21 settembre 2018
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CAGLIARI. Martedì il centrodestra non ha votato la censura del Pds contro l’assessore alla sanità solo per strategia politica, «non certo perché volevamo salvare chi da sempre accusiamo di aver distrutto tutto e tutti». Chiarito che «non siamo stati e mai lo saremo la stampella di chi comunque è stato già scaricato dalla sua stessa maggioranza», Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, è andata oltre in un battibaleno, «Quando ritorneremo al governo della Regione e sarà all’inizio del 2019 – ha detto – nei primi sei mesi della legislatura smantelleremo la riforma Pigliaru-Arru-Moirano. In tre hanno sfasciato gli ospedali e provocato solo la rivolta dei sardi, dai cittadini ai sindaci, dai pazienti ai medici, agli infermieri». Per poi lanciare il guanto di sfida al Pds, che della maggioranza di governo fa parte, «se vuole davvero mandar via l’assessore, voti con noi l’ultima mozione di sfiducia che abbiamo presentato contro Arru». Perché prima di quanto potrebbe accadere a febbraio, nei seggi elettorali, il centrodestra ha ancora diverse cartucce contro il «solito bersaglio grosso». E infatti a pochi mesi da una prima mozione contro Arru, ovviamente bocciata dal centrosinistra, ecco la seconda. In cui «invitiamo Pigliaru a ritirare immediatamente la delega all’assessore per la figuraccia, l’ennesima, in cui s’è cacciata la Regione dopo il parere negativo del ministero della salute sulla riorganizzazione della rete ospedaliera così com’è stata approvata un anno fa dal centrosinistra», ha annunciato Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia. Per poi sottolineare: «Se anche la censura del Pds fosse passata, sarebbe stata solo acqua fresca. Arru invece dev’essere proprio cacciato per i danni che ha fatto». O lasciato fare – ha detto Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori – «a un ayattolah rfiferito a Fulvio Moirano, il manager dell’Asl unica) che fa e disfa qualunque cosa, infischiandosene persino delle leggi approvate dal Consiglio». Però il centrodestra ha dichiarato di avere anche un altro obiettivo. È il Mater Olbia, che secondo Giorgio Oppi, consigliere regionale dell’Udc «continua a essere un pasticcio e non solo perché nessuno sa quando aprirà». Ha annunciato di aver chiesto l’immediato accesso agli atti sui «recenti rapporti» fra Regione, Qatar Foundation e Fondazione Gemelli. «L’ho dovuto fare – le sue parole – dopo che il portavoce qatoriata, Lucio Rispo, ha detto d’avere in mano la convenzione con la Regione per laboratori e ambulatori. Com’è possibile – s’è chiesto Oppi – se non ci sono ancora le apparecchiature e nessuno è stato assunto dal Mater? L’istruttoria per ottenere l’accreditamento è complessa e può essere concessa solo quando tutto è pronto. Noi sappiamo invece, dopo un sopralluogo, che lì non c’è ancora nulla. Quindi, qualcuno mente». Dello scontro politico in atto hanno parlato Edoardo Tocco di Fi, il sardista Paolo Dessì e ancora Dedoni. Il primo ha detto: «I partiti del centrosinistra che contestano Arru abbiano il coraggio di uscire allo scoperto e non nascondersi dietro inutili astensioni. Chiedano con noi l’azzeramento delle decisioni folli dell’Ats e delle ex Asl». Dessì ha aggiunto: «Stanno scaricando la bocciatura della Rete sull’attuale governo, ma le colpe sono dei loro vecchi falsi amici romani». Dedoni ha sparato ancora contro il Pds: «È stato complice, ma ora vuole rifarsi una verginità elettorale». L’accusa di pessima qualità è stata ribadita da Antonello Peru Fi, «il disastro è dovunque», e da Gianni Lampis, Fdi, «hanno distrutto anche il 118». Stefano Tunis, Fi, ha lanciato un altro allarme: «Il centrosinistra sta occupando a tappeto il potere prima di essere cacciato via». Mario Floris, Uds, ha chiuso così: «Anni fa lo Stato ha scaricato sui sardi i costi della sanità e quella beffa s’è trasformata in una maledizione».

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