La Nuova Sardegna

Becciu ai politici sardi: è il momento di agire uniti

di Pinuccio Saba
Becciu ai politici sardi: è il momento di agire uniti

«Bisogna risolvere le emergenze dell’isola, a partire dalla disoccupazione»

08 ottobre 2018
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INVIATO A OZIERI. «Di fronte ad un progressivo deterioramento del territorio, non posso non rivolgermi ai responsabili della cosa pubblica: è il momento di agire uniti per trovare soluzioni ai problemi drammatici della Sardegna, come disoccupazione e spopolamento. Abbiate un’unica ambizione, passare alla storia come uomini che hanno saputo far prevalere gli interessi della Sardegna sulle visioni particolariste». Così il cardinale Angelo Becciu si è rivolto ai politici che, in piazza Carlo Alberto, a Ozieri, lo avevano atteso in occasione della visita “ufficiale” del neoporporato alla diocesi dove aveva mosso i primi passi, la «diocesi più piccola d’Italia – hanno sottolineato nel saluto il sindaco di Ozieri Marco Murgia e il vescovo Corrado Melis – ma che in 17 anni ha visto due suoi figli indossare la porpora cardinalizia».

Quella di ieri doveva essere una festa e festa è stata, anche se Angelo Becciu ha voluto affrontare temi scottanti e di grande attualità come la solidarietà e l’Unita della Chiesa. Una festa iniziata in piazza Carlo Alberto dove si erano dari appuntamento i sindaci di Logudoro e Goceano, i vescovi in rappresentanza delle dieci diocesi sarde, seminaristi, rappresentanti delle associazioni di volontariato, le Bandiere dei diversi comitati, le massime autorità militari e civili della provincia. A rappresentare la Regione, il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau e l’assessore all’industria Maria Grazia Piras. Ma soprattutto c’era tanta gente. Che ha salutato Angelo Becciu (don Angelino) non come un “principe della Chiesa” ma come uno di loro. E il cardinale, ha voluto sottolineare - con un pizzico di emozione - il suo attaccamento alla Sardegna, alle sue origini, e osservando il vecchio seminario dove aveva studiato è ritornato sui temi sociali, ricordando l’entusiasmo dei tanti giovani che all’epoca manifestavano in quella piazza, dei tanti sogni che avevano ma che oggi «duole dirlo, non si sono trasformati in realtà – ha detto l’alto prelato –, una realtà che si legge nel decadimento del tessuto sociale e, nelle zone interne dell’isola, nella sfiducia e nello spopolamento».

Un’affermazione di orgoglio “isolano”, di senso di appartenenza a una comunità e a una gente che «non ho mai dimenticato e che anzi è sempre stata nei miei pensieri. Chi Deus bos accupp... No, chi Deus ci accumpanzede». E una grande emozione. Che si è vista soprattutto in Cattedrale, quando entrando ha risposto al saluto dei tanti fedeli, molti dei quali lo chiamavano per nome (Angelino), un saluto collettivo sfociato in un intenso applauso, emozione che si è fatta evidente quando sembrava non riuscire a leggere il breve discorso di saluto alla comunità, un saluto nel quale invitava alla solidarietà e all’unità. Concetti ripresi nell’omelia (dalla Genesi è stato tratto il brano della creazione di Eva, dal vangelo di san Marco il passo relativo all’unicità e all’indissolubilità della famiglia) nel corso della quale Angelo Becciu ha traslato questi temi dalla famiglia e dalla società, al momento che sta vivendo la Chiesa. E, ribadendo l’importanza della fedeltà al Papa (dei sacerdoti, dei vescovi, dei cardinali) non ha esitato a denunciare il tentativo di una parte della Chiesa di delegittimare l’attuale Pontefice, con attacchi continui e con la conseguente richiesta di rinunciare al soglio pontificio. Una difesa a oltranza di Papa Francesco, quella del cardinale Becciu, quando ha ricordato che «la porpora è il colore del sangue, quel sangue che i cardinali devono essere disposti a versare in difesa del Papa», una difesa nel corso della quale don Angelino nuovamente non ha esitato a pronunciare la parola “scisma”, pericolo denunciato anche in altre occasioni.

Ma quella di ieri doveva essere una festa e festa è stata grazie anche ai tanti volontari che hanno lavorato alla preparazione di questo evento.

Con centinaia di fedeli che hanno potuto seguire la concelebrazione eucaristica grazie a due grandi schermi, festa che si è conclusa con un rinfresco allestito davanti al museo Alle Clarisse e al quale erano invitati tutti i fedeli.

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