La Nuova Sardegna

Chiusura sedi Inps, l’isola si mobilita

Chiusura sedi Inps, l’isola si mobilita

Le forze del territorio scrivono a Di Maio e Boeri: sospendete il piano di riordino

11 ottobre 2018
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CAGLIARI. Il riordino delle sedi Inps prevede parametri impossibili da rispettare e la chiusura di diverse di esse nell’isola è inevitabile: è il motivo per cui in maniera unanime sindaci, sindacati, forze datoriali e comitati provinciali dell’Inps chiedono al ministro del lavoro, Luigi Di Maio, e al direttore generale dell’Inps, Tito Boeri, l’immediata sospensione del piano di decentramento e l’apertura di un tavolo di confronto. La richiesta è maturata al termine dell’incontro con i capigruppo del Consiglio regionale convocato dal presidente dell’assemblea sarda, Gianfranco Ganau, al quale ha preso parte la direttrice dell’Inps Sardegna, Cristina Deidda.

L’eventualità della trasformazione in punti Inps di quelle che ora sono 8 agenzie (Isili-Senorbì, Tempio, Alghero, Ozieri, Ghilarza, Sorgono, Siniscola, Macomer) e il possibile ridimensionamento di quelle di Assemini, Carbonia e Lanusei somiglia sempre più a una probabilità, visti i nuovi parametri per il mantenimento degli attuali presidi nel territori, introdotti dal regolamento di attuazione del decentramento territoriale, emanato dall’Inps: la presenza di oltre 60mila residenti (attualmente sono 28mila); una pianta organica di almeno 10 dipendenti; la possibilità, per almeno il 60% della popolazione, di raggiungere una struttura Inps della provincia in meno di mezzora.

Per mantenere l’agenzia servono almeno due delle tre condizioni. «Questa riforma così strutturata è inadeguata per la Sardegna – dice Ganau – i presunti risparmi non riuscirebbero a coprire l’aumento dei costi sociali che potrebbero triplicare. È arrivato il momento di fare sentire la voce forte della Regione». «Abbiamo da subito rappresentato alla direzione generale le difficoltà di applicazione di alcuni parametri nell’isola, a meno che non si decida di ridurre di oltre il 50% i servizi – dice Deidda – Alcune agenzie, carenti di personale, si trovano già in forte difficoltà, è dovere dell’Inps garantire il servizio ai cittadini. La direzione regionale non è nelle condizioni di applicare quei parametri. Non si può chiudere nemmeno un’agenzia». (a.palm.)



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