La Nuova Sardegna

Sanità, Gianfranco Ganau: «Grandi passi avanti, ma Sassari resta indietro»

di Silvia Sanna
Sanità, Gianfranco Ganau: «Grandi passi avanti, ma Sassari resta indietro»

Il presidente del consiglio regionale a proposito delle liste di attesa: Nord svantaggiato, squilibri da eliminare

25 ottobre 2018
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SASSARI. La più grande conquista è la sanità che scavalca i confini territoriali e offre al paziente un ventaglio superiore di possibilità: chi da Sassari chiama il Cup per prenotare un esame specialistico potrà essere dirottato a Nuoro o Cagliari nel caso i tempi d’attesa siano più ragionevoli. Addio al paradosso per cui un paziente di Ozieri deve aspettare 200 giorni per fare una visita perché nei presìdi del territorio le agende sono piene, mentre a cento chilometri di distanza è possibile eseguire l’esame dopo due settimane. Questa conquista diventata realtà grazie al Centro unico di prenotazione regionale è all’origine dei tempi di attesa mediamente più brevi, certificati dal rapporto Life 2018. Anche se le differenze tra le varie aree dell’isola restano, eredità di scelte compiute in passato. Su questo aspetto si sofferma soprattutto il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Medico cardiologo ed ex sindaco di Sassari, Ganau sottolinea gli importanti risultati ottenuti in poco tempo (l’Azienda unica è nata un anno e mezzo fa) «grazie a una riforma sanitaria intelligente che ha consentito di migliorare la qualità dell’assistenza e del servizio offerto. E che dà la possibilità di mettere a confronto le prestazioni e i costi dei diversi territori, con una trasparenza prima impossibile per la presenza di otto Asl. Ora invece il monitoraggio costante della situazione facilita l’intervento correttivo, così da migliorare la media dei tempi d’attesa». Che al momento risultano ancora più lunghi nel nord dell’isola: il rapporto Life dice che un paziente cagliaritano deve attendere mediamente due mesi per una visita, quello sassarese invece quattro.

«Un divario da colmare – sottolinea Ganau – attraverso un’azione diversificata». Innanzitutto garantendo un numero maggiore di medici e personale sanitario nelle strutture pubbliche: «All’Azienda unica di Sassari è in corso un imponente piano di stabilizzazioni che consentirà senza dubbio di tagliare i tempi d’attesa». E poi, sottolinea, «è necessario equilibrare tra il Nord e il Sud dell’isola anche il budget destinato agli specialisti privati che operano in convenzione. Il divario è notevole e va colmato». È il rapporto Life a evidenziare le differenze: la Regione assegna ai privati 23,9 euro per ogni cittadino assistito a Cagliari, 4,56 euro a Sassari.

«Ecco perché è necessario migliorare i tempi del pubblico anche aumentando le risorse per i privati, fortemente sottodimensionate nel Sassarese», spiega Ganau. E ugualmente sottodimensionato è il numero dei posti letto: «Il riordino della rete territoriale stabilisce 4,3 posti letto ogni mille abitanti a Cagliari, 3,1 a Sassari. Una differenza importante e ingiusta, per annullare la quale chiederemo un impegno preciso al manager dell’Ats Moirano: su questo aspetto serve una battaglia forte per la difesa del territorio». Anche perché i tempi d’attesa troppo lunghi legati all’insufficienza di specialisti e di posti letto sono all’origine della sfiducia da parte di una quota di cittadini: il calo delle prenotazioni in un mese – 14mila a fronte di 23mila – lo dimostra. E chi rinuncia a rivolgersi al Cup nella migliore delle ipotesi esegue l’esame a pagamento da un privato, nella peggiore invece rinuncia alla visita e dunque a curarsi perché non ha i soldi per farlo. E questa è la sconfitta più grande.

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