La Nuova Sardegna

ex consiglieri regionali nel mirino 

Vitalizi, Di Maio attacca la Lombardo

Vitalizi, Di Maio attacca la Lombardo

Il leader M5s: mai più baby pensionati come l’ex presidente dell’aula

02 novembre 2018
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CAGLIARI. Di Maio dichiara guerra ai vitalizi degli ex consiglieri regionali. E lo fa citando il caso dell’ex presidente del Consiglio regionale sardo, Claudia Lombardo, che da quando aveva 41 anni prende un vitalizio di 5mila euro. «Tempi di magra si prospettano per quei nababbi degli ex consiglieri regionali che da anni campano di vitalizio sulle nostre spalle – ha scritto il vicepresidente del Consiglio in un post in cui commenta la misura in manovra che prevede il blocco dei trasferimenti nel caso in cui le Regioni non procedano al taglio dei vitalizi degli ex consiglieri –. Ovviamente non tocchiamo i soldi per la sanità, per le politiche sociali, per il trasporto pubblico e gli altri servizi essenziali. Ma se non si tagliano i vitalizi, noi gli tagliamo tutto il resto. Per farla breve i consiglieri regionali, gli assessori e i presidenti non avranno neppure i soldi per il loro stipendio. Avete dubbi su cosa faranno? Li abbiamo messi all'angolo. Avranno tempo entro il 31 marzo per farlo. Da aprile dell'anno prossimo i privilegi e i vitalizi saranno solo un ricordo di quei tempi in cui la casta faceva tutto quello che voleva. Un'era che è finita il 4 marzo 2018».

Il leader dei 5 stelle cita due esempi e fa nome e cognome degli interessati: Salvatore Caltagirone, «eletto in Sicilia per 51 giorni nel 2011 e da allora si pappa un vitalizio da 2mila euro al mese» e appunto «la baby pensionata Claudia Lombardo, ex consigliera regionale sarda, che da quando ha 41 anni gode di un vitalizio di oltre 5mila euro mensili. I loro privilegi ci sono costati e ci costano centinaia di milioni di euro. In questi anni hanno tagliato di tutto nelle regioni: sanità, scuole, infrastrutture. Ma nessuno ha mai osato toccare i vitalizi di questi privilegiati. È finita! Abbiamo trovato il metodo per costringere le regioni a tagliarselo, visto che per legge questo compito spetta a loro e non al governo centrale. Nella legge di bilancio, che ha avuto l'ok della Presidenza della Repubblica, abbiamo scritto che se non eliminano questo privilegio non gli diamo più soldi. Semplice».



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