La Nuova Sardegna

La Nuova@Scuola, le lettere agli adulti della redazione scolastica /2

La Nuova@Scuola, le lettere agli adulti della redazione scolastica /2

L'anno scorso erano le "lettere dal futuro" scritte dagli adolescenti a sé stessi ragazzi, immaginando di essere già adulti. Un esercizio complicato che aveva prodotto un grande lavoro, ancora presente nel sito della Nuova Sardegna. Quest'anno, per la prima uscita del giornale "La Nuova@Scuola", la redazione studentesca ha scelto di scrivere direttamente agli adulti.

08 dicembre 2018
16 MINUTI DI LETTURA





Lanuov@scuolaQuello che state leggendo è il nuovo numero del giornale dei ragazzi, anno scolastico 2018/19, scritto dalle studentesse e dagli studenti delle superiori nell'ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro "LaNuova@Scuola". La redazione è inserita nel più vasto e omonimo progetto che ogni giorno, grazie ai nostri partner, consente di far arrivare duemila copie del giornale a decine di istituti superiori. I redattori frequentano i licei classici Azuni e Canopoleno, il liceo statale "Margherita di Castelvì", i licei scientifici Spano e Marconi, il Polo tecnico Devilla-Dessì, l'IIS "Pellegrini", il liceo artistico "Figari".

  • Cari adulti, Ogni volta che uno di voi pensa alla parola adolescenza, sembra che affiorino in lui una quantità innumerevole di ricordi. Molto spesso si può sentir dire da qualcuno di voi la frase: "Ah! l'adolescenza... quel bellissimo periodo della mia vita in cui mi son divertito, ho fatto anche errori, ma ho avuto le mie prime cotte, i miei primi amici...” Proprio in questi casi mi domando perché, nonostante abbiate vissuto all’incirca le nostre stesse “avventure”, non riusciate comunque a comprenderci fino in fondo. Ok, magari spesso capita che riusciate a capire alcuni nostri comportamenti, anche grazie alla vostra esperienza, ma alle volte questo non accade e sembra che viviamo in mondi completamente diversi. Inizialmente ho pensato che, probabilmente, col tempo siate diventati tutti degli ottusi, preoccupati solo dei vostri modelli di vita da seguire; altre volte invece, penso che, col passare del tempo, vi siate quasi dimenticati di ciò che significhi essere considerati degli adolescenti immaturi. Il punto è che, esprimendo le vostre idee sulla nostra gioventù, dite che siamo ragazzi immaturi che ancora non sono capaci di stare in questa società piena di problemi; problemi, del resto, creati proprio da voi adulti. Per questo motivo ho incominciato a pensare che il problema non siamo noi giovani, ma che dovremo essere noi ad aggiustare i guasti che avete causato; saremo noi a dover correggere una società sbagliata, a dover rafforzare le fondamenta fragili, e spesso decadenti, costruite da voi. Carlo
  • Generazione del Passato A voi, generazione del passato, che avete così tanto da darci ma altrettanto da toglierci. A voi che a volte perdete la voglia di vivere appieno la vita, a voi che siete così pieni di sofferenza eppure riuscite, il più delle volte, a trasmetterci così tanta felicità e speranza. Voi che cercate di capirci; che credete di capirci, ma in realtà non ci riuscirete mai completamente. Due visioni del mondo così diverse eppure così uguali. Vicine ma distanti. A voi che giudicate tutte le scelte che facciamo, senza chiedervi il perchè. A voi che pensate di avere sempre ragione, anche quando non ce l'avete e che imponete le vostre opinioni su di noi, senza lasciarci la libertà di crearci il nostro pensiero. E a voi che invece ci lasciate pensare quel che vogliamo, anche se a volte è sbagliato. A voi che ridete quando parliamo dei nostri sogni, a voi che invece ci supportate. A voi che avete smesso di sognare e a voi che continuate a farlo. A voi tutti troppo uguali ma sempre così diversi. A voi che dedicate spazio solo ai più veri sentimenti e non accettate la realtà. A voi che anche essendo un po' immaturi riuscite a trovare un equilibrio tra l'essere adulti e l'essere ragazzi. A voi che forse avete cambiato sogni e ideali, ma non aspirazioni. A voi che invece avete perso la fantasia e ora guardate il mondo in modo diverso. A voi che ci ascoltate con la voglia di scoprire e forse a volte ci capite pure. A noi che litighiamo sempre, e forse non andremo mai d'accordo. A voi che soffrite insieme a noi. A voi che ci mettete i bastoni fra le ruote per il solo gusto di farlo, o per farci crescere. Non seppellite i vostri cuori arrendendovi alla società. A voi che siete adulti ma che rimarrete sempre un po' bambini. Fabiola Pisanu
  • Caro adulto, alla fine essere adulto cos’è? Aver compiuto la maggiore età? Avere un lavoro? essere responsabili della propria vita? Ricordo ancora quanto mi dava fastidio quando mi rivolgevi il tuo sguardo vissuto e superiore, come che non potessi capire nulla sul mondo in quanto avendo l’uno come primo numero della mia età anagrafica. Ti ho sempre portato rispetto, come bisogna portarlo a tutti. Invece tu alle volte mi hai denigrato, per esempio quando mi incontravi sul tram con il telefonino. Il progresso creava in te un senso di ribellione e rivalsa sul mondo che andava troppo veloce e che non capivi. Crescendo ho imparato a comprenderti, anche se alle volte sei troppo legato ai tuoi tempi e ai tuoi ideali e non riusciamo a stare sulla stessa linea d’onda. Un po’ ho paura di diventare adulto. Da piccolo mi crogiolavo negli attimi del presente aggrappandomi come un poppante alle tue spalle, ora inizio a capire che quella stagione della mia vita si sta avvicinando: i miei amici cercano lavoro e non trovano nulla, perché viene sempre richiesta l’esperienza, che però se uno non l’ha mai avuta come fa ad averla e quindi a lavorare? Quest’anno devo decidere dove andare all’università oppure cercare un lavoro. So che questa scelta determinerà il futuro della mia vita, perché poi se dopo un anno o due decidi di cambiare percorso devi ricominciare e sei già grande... Non so come vivere caro adulto, forse sarebbe meglio vivere come un cieco e non pensare a cosa si ha davanti, farsi guidare dalla società ed entrare nel circolo vizioso che tanto mi spaventa, perché se poi lo rinnegassi cadrei comunque nell’autodistruzione. Sai, da piccolo ti invidiavo davvero, volevo crescere subito, volvevo essere uno dei protagonisti del mondo, pensavo che l’essere piccoli fosse inutile e superfluo, ma tu mi dicesti “vivi la tua età”, che essere adulto aveva il suo peso. Io non capivo e anche se capivo lasciavo perdere. Ti odio perché mi odio, mi odio perché ti odio e questo mi fa sentire incoerente come una zattera vuota che si fa trasportare dalle correnti. Ma forse sei anche tu come me, una zattera. Ciò ti rattrista e ti fa arrabbiare? Ciò ti spaventa ancora come spaventa me? Allora cerchiamo di vivere questi giorni e questa vita qualsiasi difficoltà ci ponga col sorriso e basta. Continuerò a vivere come uno stupido, come facciamo da generazioni per andare avanti. Un saluto, un ragazzo un po' troppo nichilista.
  • Caro adulto, Io non so se tu sia veramente un adulto d’età o un giovane costretto a sembrare adulto. In entrambi i casi hai vissuto molte esperienze e so che ora stai cercando di farmi vivere le migliori che tu possa, anche se sono dell’idea che una persona debba crescere vivendo il maggior numero di esperienze, brutte o buone che siano. Anche se mi trovassi deluso o amareggiato, farei di tutto per riprendermi ed evitare di ripetere gli stessi errori. Tra un anno diventerò maggiorenne e ho paura. So che dovrò andare avanti da solo o, comunque,senza la possibilità di appoggiarmi a voi, come faccio adesso. Certo, ci sarà sempre il sostegno dei miei genitori, ma avrò molte responsabilità, dovrò fare le mie scelte, dovrò trovare la mia strada, da solo. Quando si è piccoli si vive come in una specie di bolla, lontani da molte responsabilità, protetti , in un certo modo, dalla scuola. Però, preso il diploma, svaniscono i sogni… qualcuno sarà riuscito a realizzarli. So che è molto difficile riuscire ad inseguirli perché al primo ostacolo è come se tutto svanisse come nulla, ma non bisogna mollare perché più difficile sarà l’obbiettivo più grande sarà la gioia di essere riuscito a raggiungerlo. Ma vedo adulti tristi che non sorridono o che, se lo fanno, non sembrano sinceri, come se si indossassero una maschera: a loro l’unica cosa che vorrei dire è che la vita non è molto lunga e bisogna godere di ogni suo momento. Se un giorno qualche cosa va male bisogna sorridere ugualmente perché si tratta solo di un brutto giorno, non di una brutta vita. Pensa, per esempio, ad un arcobaleno. Tutti vogliono ammirarlo, ma nessuno vuole la pioggia.Sembra un paradosso vero? Ma non ci può essere l’arcobaleno senza la pioggia. Con questa lettera voglio solo dire che non bisogna lasciarsi abbattere da ogni singolo ostacolo, perché ad ogni difficoltà segue un periodo migliore. Tempo fa lessi una frase che mi colpì molto; dice “It’s alwais darkest before the dawn”, “E’ sempre più buio prima dell’alba.” Non dimenticarlo mai.
  • Caro zio Francesco, Ti scrivo perché ormai siamo giunti nel periodo natalizio, e non ci sentiamo dalla festa di zio Carlo, perciò ho deciso di inviarti questa lettera. Mi sei venuto in mente giusto l’altro ieri quando trasferivo le foto nel computer, perché devi sapere che il telefono che ho ricevuto lo scorso Natale da mamma, dopo una caduta, non ha fatto una bella fine, ma fortunatamente sono riuscito a salvare i ricordi di quest’anno, dove ho trovato una nostra foto di quella festa. Tra le altre foto sono riuscito a salvare la famosa foto che facemmo il giorno del mio compleanno, dove c’eravamo noi due e nonno Federico, quest’ultimo l’ho incontrato giusto ieri al Conad e mi ha detto di salutarti anche da parte sua, dopo avergli accennato l’idea di scriverti questa lettera, credo che ti arriverà un messaggio anche da lui, poiché era curioso di sapere come ti stessi trovando a Londra con il tuo nuovo lavoro, ed era molto dispiaciuto che quest’anno non avresti potuto trascorrere il Natale con noi. Oltre che scriverti per chiederti come stessi, ti volevo scrivere per ringraziarti, perché grazie al tuo consiglio, sono sempre più sicuro della mia scelta per quanto riguardo l’indirizzo che prenderò all’università. Dal giorno in cui mi hai consigliato di prendere in considerazione medicina, ho fatto qualche ricerca e dopo aver letto varie informazioni sull’indirizzo, sono più sicuro sul mio futuro lavoro, perché la facoltà di giurisprudenza non mi appartiene, preferisco in gran lunga le materie scientifiche, nonostante in passato scelsi una scuola superiore riguardante in maggior modo le materie umanistiche. Zio, grazie, nonostante tu sia lontano, del tuo discorso perché ho capito realmente che cosa vorrei fare da grande e non vedo l’ora che ritorni per vederci e andare a prendere un caffé insieme Alessandro
  • Cara nonna, Questa lettera è per te che non ci sei più e vorrei spedirla lassù per ringraziarti, ringraziarti per avermi insegnato a vivere. Il mio pensiero è rivolto a te in ogni momento della giornata, nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, e ripenso a tutte le dimostrazioni d’amore trasmesse negli anni che a volte ho dato per scontato; e ora ti immagino qui vicino a me che mi tendi la mano e ,sorridendomi, fai sembrare ogni cosa migliore. Ripenso alle sere d’inverno in cui stavamo sdraiate nel divano a parlare. Ripenso ai momenti abbracciate nel lettone fino a quando io mi addormentavo e tu mi rimboccavi le coperte. Ripenso alle domeniche passate in cucina per sperimentare qualche nuova ricetta. Ripenso a te nonna, che mi hai insegnato ad amare e a prendermi cura delle altre persone senza chiedere niente in cambio, come hai sempre fatto tu con me. Mi hai insegnato a non arrendermi facilmente davanti alle difficoltà che ,spesso, la vita ti mette davanti. Hai ascoltato ogni mio problema e mi hai insegnato ad affrontarlo. Tu nonna, amorevole e altruista, a volte impulsiva e testarda, hai asciugato ogni mia lacrima trasformandola in un sorriso. Sei stata la mia seconda mamma , il mio punto di riferimento. Sei stata per me un modello di vita, e lo sarai per tanto tempo grazie agli insegnamenti che ho impressi nel cuore e grazie all’amore che nessun’altra persona è riuscita a donarmi, e che è e sarà sempre ineguagliabile. Chiara
  • Cara Zia, A te devo un grande grazie per tutti i tuoi sacrifici. Per la tua continua presenza nella mia vita. Sin da quando ero piccola mi sei sempre stata accanto come una seconda mamma ma anche come un’amica a cui poter dire tutto e raccontare ogni mio segreto. Sono sicura che ogni mio singolo segreto con te sarà sempre al sicuro e che mi sarai per sempre fedele. La tua casa è la mia seconda casa, è quel posto in cui so di trovare sempre un punto di riferimento e nella quale so di poter staccare da tutto il resto. Grazie per ogni tuo singolo gesto d’affetto e per ogni tua piccola attenzione nei miei confronti, grazie per essere sempre presente e per non avermi mai lasciato sola nei momenti di difficoltà. Grazie per avermi insegnato l’importanza dell’amore, l’importanza della felicità, l’importanza dell’ indipendenza di una donna e quanto sia importante non accontentarsi mai. Mi hai insegnato a non arrendermi ,di seguire i miei sogni e di non realizzarmi per rendere felice gli altri ma solo per rendere felice me stessa. Mi hai insegnato che l’importante in questa vita è cercare di essere felici sempre, di non buttarsi mai giù e di trovare il lato positivo anche nelle più piccole cose. Mi hai insegnato ad avere speranza ma allo stesso tempo a capire quando una cosa è finita e non ha senso continuare a rincorrerla. Mi hai insegnato quanto sia importante voltare pagina e andare avanti. E a te ancora grazie per ogni tuo singolo insegnamento e per tutto il tuo affetto. Auguro ad ogni persona di avere una persona come te nella vita, lo auguro davvero. Paola
  • È per te È per te, che riesci a trasformare ogni mia lacrima in un sorriso. È per te, che sei sempre qui a sostenermi, comunque vada. È per te, che da quando ti ho conosciuto sei diventata il mio sostegno, il mio equilibrio. È sempre per te ogni minimo ringraziamento, perché quando mi sentivo crollare tu eri lì, accanto, pronta a darmi la forza di rialzarmi. Ti voglio bene perché hai sempre dato il meglio di te per rendermi felice; l’hai fatto senza alcun aiuto, l’hai fatto essendo te stessa! Da te ho imparato che spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e a volte non lo apprezzano nemmeno. Da te ho imparato che non c’è cosa più bella, ma anche difficile, di potersi fidare di qualcuno. Mi hai insegnato che nella vita poche cose ti rendono felici, tutte le altre ti fanno crescere. Grazie a te ho imparato a non rassegnarmi, perciò non farlo neppure tu! Per questo ti dico che sarò sempre presente, nei bei momenti e soprattutto in quelli peggiori, perché così tu hai fatto con me. I nostri litigi non avranno mai tregua, ma se siamo qui è perché, probabilmente, la nostra amicizia superato tutto questo. Grazie, e ancora grazie per tutto ciò che fai. Questa è per te, amica. Isabella
  • Non ricordo il momento in cui sono nata e penso che nessuno possa farlo, ma posso immaginare la felicità nei tuoi occhi alla nascita della prima figlia. Diventavo sempre più grande con te che mi tenevi la mano quando camminavo sopra i muretti di Alghero, o quando attraversavo la strada. Con te, che rimanevi a guardarmi mentre salivo le scale di scuola fin quando non arrivavo in classe, perché sapevi che altrimenti piangevo; con te che giocavi con me anche dopo una giornata di lavoro. Mi piaceva da morire saltarti sopra quando tornavi a casa, come mi piacevano da morire le giornate in cui mi portavi a mangiare al McDonald’s e poi andavamo a salutare mamma a lavoro; o quando al mare mi toglievi l’uovo kinder dall’orecchio ed io rimanevo stupita. Ed anche se quando ero triste a volte piangevo, tu mi facevi salire a cavalluccio sulle tue spalle e mi dimenticavo di tutto, sentendomi una principessa. Perché ai miei occhi di bambina, tu eri il mio eroe e sembravi spettacolare come i fuochi d’artificio che ci portavi a vedere a Capodanno. La tua mano grande proteggeva la mia così indifesa a confronto e così velocemente per te sono cresciuta. Grazie a te che mi hai sempre consolato, a te che credi e hai sempre creduto in me, e non mi hai mai fatto mancare niente; Ti voglio bene babbo, Alice.
  • Caro... Noi, Ciao, sono... una ragazza, ragazzina, definitemi come preferite, in fondo è ciò che sappiamo fare meglio, affibbiare etichette, dico. Quanto è bello segregare chiunque in una semplice parola? Quanto ci soddisfa giudicare, criticare e condannare il prossimo? Con quanta semplicità usiamo determinati termini, per definire ciò che per noi è questa o quella persona? Ma abbiamo mai pensato alla persona in questione? A quanto una semplice parola possa, anche, modificare l'intera vita di qualcuno? Assolutamente no. Che ci frega dei sentimenti altrui? Però, siamo bravissimi ad indignarci quando è ormai troppo tardi. Sono per caso troppo aggressiva? Non lo nego, ma non trovo un altro tono per scrivere questo, sapete... tempo fa un mio amico aveva stretto un forte legame di amicizia con un ragazzo, passavano insieme tantissimo tempo. Poi sua madre, per paura che il proprio figlio venisse etichettato come "gay" ha deciso che non dovevano più frequentarsi. Ora immaginate come debbano stare questi due ragazzi, impotenti davanti ad una società che decide per loro. Ogni nostra azione comporta un giudizio da essa, e noi diamo più valore a questo giudizio che alla nostra stessa libertà. Greta
  • A TE A te che mi hai insegnato cos’è l’amore, ad avere rispetto degli altri e a farmi scivolare le cattiverie. A te che mi hai insegnato ad essere forte e ad andare avanti. A te che nonostante non sia sempre presente fisicamente, non fai mai sentire la tua mancanza. A te che con un abbraccio allievi tutti i dolori e le paure. A te che mi ascolti sempre, mi consigli e mi supporti. A te che sei buono e gentile con tutti, soprattutto con chi non lo è con te, perché non ami litigare. A te che con la tua determinazione e passione riesci ad ottenere quello che vuoi. A te che sei e sempre sarai la mia roccia ed il mio punto di riferimento. Ti voglio bene papà. Alice
  • Siamo più giovani, inesperti, e probabilmente più portati a fare le cose senza pensare prima alle conseguenze. Ma io credo che la differenza più grande tra noi ragazzi e l'adulto medio sia che non abbiamo responsabilità, e questo non perché non siamo in grado di affrontarle, ma perché non siamo ritenuti in grado di farlo.Non significa che non abbiamo bisogno di una guida, di qualcuno che ci aiuti a raggiungere i nostri obbiettivi, ma che abbiamo bisogno di imparare ad affrontare la vita attraverso l'esperienza. Responsabilizzare i giovani porterebbe inoltre a farli diventare una risorsa soprattutto per quanto riguarda la sfera dei lavori legati ad internet che indubbiamente capiamo meglio rispetto agli adulti. Lorenzo
  • Caro me , so che è strano che io ti scriva, ma è necessario. Di solito non mi piace espormi, preferisco scrivere, è il momento in cui riesco ad esprimermi veramente. Di solito i miei coetanei si immaginano un futuro dove sono sportivi, attori, e altri lavori comunque interessanti, ma non penso che tu sarai come loro; questo perché, ora come ora i miei pensieri divagano molto, un giorno vuoi fare una cosa e un giorno l’altra. La cosa importante è che tu non sia schiavo della scrivania e quindi schiavo del sistema. Ti vedo, anzi mi vedo fuori da tutto questo, in un mondo diverso da quello che è il mondo oggi. Ti vedo in un mondo libero, dove puoi esprimere la tua opinione senza che nessuno ti dica che sia giusto o sbagliato, un mondo dove non si dipende dalle scelte degli altri. Non farti mai condizionare dalle idee altrui, prendile come esempio, ma sviluppa pensieri tuoi. Altrimenti hai solo sprecato la tua vita. Forse sei troppo ambizioso, ma le grandi cose devi farle partire dal basso, dal niente.
  • Lettera ad un adulto Cari nonni; Oggi scrivo questa lettera per scrivervi quanto mi mancate e per ringraziarvi tutto il bene che mi avete dato. Siete venuti a mancare in due mesi e mezzo, il periodo più brutto della mia vita . Prima sei venuto a mancare tu, nonno, il nostro legame era speciale soprattutto grazie al nostro Milan che seguivamo assieme tutte le domeniche nel tuo salotto. Non dimenticherò mai quando mi sgridavi quando finivo il pane, oppure quando facevo finta di cucire nelle macchina da cucire che aveva quasi 100 anni. Nonostante tutte queste sgridate io non me la prendevo perché ti volevo un mondo di bene. La tua scomparsa ce l’aspettavamo tutti ,perche dopo un mese di agonia in ospedale ci hai abbandonato, ma la scomparsa di nonna ci ha sconvolto tutti, era inaspettata, una febbre che sembrava uguale a tutte le altre in 2 giorni ti ha portato via. Non scorderò mai quel giorno maledetto , era il 14 marzo 2015, io usci da scuola e vidi babbo al telefono con mamma , mi sedetti in macchina e mi disse “nonna sta male” , neanche il tempo di arrivare a casa ed era peggiorata la situazione , verso le 2 di pomeriggio babbo si avvicinò e mi disse “ nonna se ne andata” , io scoppiai in un mare di lacrime . Mia nonna era la nonna che tutti sognano , bella , gentile e premurosa verso tutti. Voglio salutarvi cosi ringraziandovi per esserci stati in ogni momento , per aver trasformato i miei momenti tristi in sorrisi, grazie per avermi abbracciato per ogni piccolo dolore e avermi in segnato i valori della vita, grazie per tutto . Vivo la mi vita in serenità perché so che mi siete e sarete sempre affianco e vi saluto con queste due parole: MI MANCATE
In Primo Piano
Il funerale

A Ittiri lacrime e rombo di motori per l’ultimo saluto a Sebastiano Pasquarelli

di Luca Fiori
Le nostre iniziative