La Nuova Sardegna

Il pascolo brado nemico numero uno

La modifica della geografia dell’allevamento ha cambiato anche quella della diffusione del cinghiale. La tendenza degli agricoltori è quella di scegliere zone più pianeggiante e agevoli, con...

09 dicembre 2018
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La modifica della geografia dell’allevamento ha cambiato anche quella della diffusione del cinghiale. La tendenza degli agricoltori è quella di scegliere zone più pianeggiante e agevoli, con determinate tutele. E poi (per fortuna) non si incendia più per liberare aree da pascolo. Questo ha spinto le popolazioni dei selvatici a spostarsi in territori nei quali prima non c’erano, così il cinghiale è tornato, anche nel Campidano in alcune “isole” nelle quali era una presenza sporadica.

Una mano decisiva alla soluzione del problema può arrivare dalla politica dell’Unità di eradicazione della peste suina africana, l’entità creata dalla giunta Pigliaru per sconfiggere una malattia che ha compiuto 40 anni nell’isola. E quindi dal sistema di controllo della caccia al cinghiale e dalla collaborazione delle doppiette che sta già dando grossi risultati. C’è infatti l’obbligo di registrarsi da parte di tutte le compagnie e la richiesta in deroga per cacciare nelle zone “rosse”, quelle in cui è accertata la presenza della Psa. I cacciatori che sparano nelle zone rosse non possono farlo nelle altre e viceversa. Da qualche tempo viene richiesto di consegnare i campioni degli animali abbattuti nelle zone rosse, anche per il controllo della trichinella e di altre malattie, mentre per le bianche è prevista la consegna di minimo 47 campioni per areale, per testare se sono sempre immuni. E i cacciatori si sono dimostrati molto collaborativi nella raccolta. I campioni vengono consegnati ai veterinari e quindi all’Istituto zooprofilattico che li analizza in laboratorio e in pochi giorni fornisce l’esito. Solo allora si può consumare la carne, che secondo la norma regionale va conservata in apposite celle freezer di stoccaggio, obbligatorie nelle sedi delle compagnie insieme a un’area per la raccolta dei visceri. Se tutto va bene tra breve la Psa sarà vinta insieme alla scomparsa deel pascolo brado. E con esso dovrebbe calare il numero dei selvatici. Che il problema dei cinghiali sia sentito a tutti i livelli lo conferma il fatto che il ministro dell’agricoltura Centinaio di recente ha proposto un tavolo col ministro dell’ambiente Costa, Ispra, e ministeri della sanità e dei rapporti con le regioni. Tra le ipotesi un provvedimento per rinforzare i risarcimenti danni provocati dalla fauna selvatica, magari con un fondo nazionale ad hoc. (apalm)



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