La Nuova Sardegna

Lapia: «Sono stata colpita chi dice il contrario mente»

di Giusy Ferreli ; w
Lapia: «Sono stata colpita chi dice il contrario mente»

La deputata M5s pubblica il referto: costola incrinata, 30 giorni di cure

18 dicembre 2018
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NUORO. Una donna, che per puro caso è anche una parlamentare, finisce al pronto soccorso dell’ospedale di Nuoro con un trauma costale dopo un’aggressione. E, nell’attesa che le indagini definiscano un quadro veritiero e inoppugnabile su quanto accaduto nel parcheggio del supermercato Lidl di via Don Bosco dopo un litigio iniziato alle casse, si scatena la bagarre.

La pietra dello scandalo è un audio anonimo registrato da una donna nel quale si accusa il deputato nuorese del Movimento 5 Stelle, Mara Lapia, di aver simulato l’aggressione denunciata alla polizia sabato mattina. Un’accusa che la deputata rispedisce al mittente. La donna che ha registrato l’audio sarebbe la stessa testimone sentita poi dalla Squadra mobile nuorese. «Nel parcheggio, dopo essere stata aggredita dall’uomo che mi aveva insultato alle casse mi sono sentita mancare» racconta la deputata. «Due donne di Nuoro si sono avvicinate e ho chiesto di chiamare la polizia. Poi sono arrivate altre due persone. Erano un uomo e una donna. Dicevano – continua Lapia– che stavo fingendo. L’ho sentita dire al ragazzo che mi ha aggredita di andar via perché ci avrebbero pensato loro a dire che mi ero inventata tutto. L’uomo che era con lei, invece, rideva, teneva le mani in tasca». Si tratterebbe dello stesso uomo che qualche giorno prima ha attaccato l’esponente pentastellata per questioni politiche su un gruppo Facebook molto in voga a Nuoro. I due potrebbero aver visto solo la parte finale dell’aggressione e non quella in cui secondo il racconto di Lapia l’aggressore le ha sferrato un pugno al petto e che si è consumata nel vano ascensori. E ora la parlamentare si trova nelle condizioni di dover contrastare la versione che ha scatenato un vero e proprio putiferio. Le illazioni si sprecano ma la risposta non si è fatta attendere. «Non so cosa abbia spinto questa persona a fare tutto questo putiferio – dice Lapia – se è una testimone che ha lasciato la sua dichiarazione, lì doveva finire. Non capisco cosa la porti a fare questo. Considerate le mie condizioni, è stata più preoccupata di lasciare un messaggio audio che non di dare soccorso». Le accuse di aver inventato tutto, accompagnate dal solito corredo “social” di insulti e oscenità varie vissuto da Lapia come un linciaggio mediatico, hanno indotto la parlamentare a pubblicare sul suo profilo Facebook il referto del pronto soccorso del presidio di Nuoro. I medici del San Francesco le hanno assegnato 30 giorni di cure per quella che in gergo sanitario viene chiamata infrazione della sesta costola sinistra. Nonostante il polverone, le indagini sono andate avanti rapidamente. Mara Lapia, finita al pronto soccorso dopo un breve passaggio in Questura, dove ha riconosciuto il suo aggressore, ha subito sporto denuncia con il suo avvocato Basilio Brodu. L’acquisizione dei racconti dei testimoni sentiti nell’immediatezza dei fatti (l’uomo, che avrebbe precedenti specifici si è allontanato ma è stato identificato da Lapia che ha fornito alla Mobile una accurata descrizione) sono andate avanti di pari passo con la visone dei filmati ripresi dal sistema di videosorveglianza dell’area. Così nella tarda mattinata di ieri gli atti sono arrivati in Procura e per l’uomo è scattata l’accusa di lesioni. Lapia si dice amareggiata, sconfortata non solo per l’aggressione subita ma anche per l’ambaradan suscitato dall’audio e per la strumentalizzazione messa in atto – a suo dire – per colpirla politicamente. La vicenda, nonostante le durissime prese di posizione bipartisan del mondo politico, le lascia l’amaro in bocca. «Io non voglio parlare da parlamentare. Questo – conclude –, è un dettaglio irrilevante anche se sono sicura che il mio aggressore sapeva chi fossi tanto da avermi insultato pesantemente dicendomi che ovunque ci fossimo noi si sentiva la puzza. Ora parlo in qualità di donna. Non è accettabile la violenza, sia essa verbale o fisica, nei confronti di una donna».

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