Migranti, in Sardegna sono donne e vengono dall'est Europa
Tra gli europei la maggioranza è romena ed è presente soprattutto nella provincia di Sassari
SASSARI. Il numero degli stranieri in Sardegna aumenta, ma di pochissimo. Nel 2018 l'incremento dei residenti è stato del +3,1 per cento, decisamente inferiore rispetto a quello dell'anno precedente che aveva toccato +7,7 per cento. Una percentuale esigua, tanto da non essere in grado di interrompere la fase di recessione della popolazione sarda. Il peso della componente immigrata sul totale è infatti del 3,4 per cento nel 2018, valore molto al di sotto di quello medio nazionale (8,7 per cento).
Sono i dati più significativi dell'ultimo Dossier statistico sull'immigrazione elaborato dal Centro studi e ricerche Idos in partenariato con il Centro studi Confronti e illustrato oggi 24 ottobre dalla curatrice della parte sarda e consigliera di Parità della Regione Sardegna, Maria Tiziana Putzolu.
Alla fine del 2018 gli stranieri residenti in Sardegna sono risultati 55.900, di cui 28.651 donne: sono aumentati di 1.676 unità rispetto al 2017. Nello stesso anno sono nati 421 bambini da genitori entrambi stranieri, pari al 4,5 per cento del totale delle nascite registrate nell'Isola. Di tutti gli immigrati residenti, 26.862 (poco meno del 50 per cento) arriva da un paese del continente europeo, 10mila quelli provenienti dall'Asia (3.437 i cinesi, la comunità più numerosa), e 16.585 dal continente africano.
In particolare, dei 26.862 europei, ben 14.143 arrivano dalla Romania (di cui 9.578 donne) e sono presenti soprattutto nella provincia di Sassari. In generale l'immigrazione dai Paesi dell'est è donna. Emblematici i casi della Polonia (949 donne su 1.145 residenti), Ucraina (2.205 su 2.611) e Russia (642 su 747).
Tornando all'Africa, le comunità più numerose sono quelle dei marocchini e dei senegalesi, che contano tra i quattromila e cinquemila residenti e precedono i cittadini della Nigeria (2.510 residenti).(Ansa).