La Nuova Sardegna

Il cantiere della dorsale sarda del metano, ecco le regole del Ministero

di Giuseppe Centore
Il cantiere della dorsale sarda del metano, ecco le regole del Ministero

Impatto ambientale, il documento della Commissione tecnica per il tratto sud

25 ottobre 2019
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CAGLIARI. Venticinque prescrizioni, centocinque pagine di regole e obblighi che Enura, la società partecipata da Snam e Sgi, dovrà rispettare alla lettera prima durante e dopo i lavori per la realizzazione del tratto sud della dorsale del gas.

Il documento, sottoscritto dalla commissione nazionale tecnica di verifica dell’impatto ambientale del ministero dell’ambiente lo scorso 27 settembre, 43 componenti, di cui 16 assenti (compresa la rappresentante della Regione) è una strada talmente stretta per gli ingegneri e i tecnici di Snam e Sgi tale da impedire qualsiasi libera interpretazione, o stravolgimento, del progetto presentato.

Ogni momento della fase realizzativa, ogni singolo e specifico intervento, ogni luogo ove passerà la dorsale sono stati studiati e analizzati in livello microscopico. Le soluzioni tecniche della società proponente sono state accolte e integrate da una valanga di imposizioni che in alcuni casi paiono persino eccessivi. E così si trova accoglienza nel documento la tipologia di semi dell’erba che dovrà essere seminata dopo spietramento e pacciamatura, nelle aree vicino al punto di passaggio del tubo: dovrà essere composta per almeno il 50 per cento da erba mazzolina e loietto. Un dettaglio rispetto al complesso sistema di limitazioni che accompagneranno il cantiere, lungo in totale 235 chilometri, con tre linee principali, da Cagliari a Palmas Arborea, da Vallermosa al Sulcis e nel terminale di Oristano, nove secondarie e 44 punti linea.

Il ruolo della Regione in questa fase sarà duplice: dovrà controllare che le prescrizioni vengano rispettate e dovrà d’altro canto mettere la società di operare al meglio, modificando i piani urbanistici dove passerà la condotta.

Nulla è stato lasciato al caso, e l’autorizzazione della Commissione tiene conto di tutte le indicazioni provenienti anche da ambientalisti e oppositori al progetto, usate non per cancellarlo ma per “mitigarlo”, renderlo il più possibile innocuo per l’ambiente circostante. Questo almeno nelle indicazioni della Commissione, che però hanno un potere coercitivo molto forte, pari a quello sanzionatorio. In poche parole, in caso di inadempienze, il cantiere si blocca.

La società che realizzerà l’opera non potrà infatti “sgarrare” su nessuno dei punti indicati dalla Commissione. Dovrà presentare tutta la documentazione a suo tempo prodotta dalla società Galsi (quella che doveva realizzare il gasdotto Algeria-Sardegna-Toscana) per gli stessi tratti interessati alla dorsale; dovrà calcolare per ogni tratto quanta terrà sarà movimentata, di che caratteristiche e come la stessa sarà riutilizzata, anche in fase di reinterro; dovrà stare attenta a non disturbare il pollo sultano durante la fase di deposizione delle uova nell’area intorno alla laguna di Santa Gilla; dovrà persino prevedere quanti mezzi saranno utilizzati ogni giorno e dove, tenendo che il cantiere lavorerà 300 metri di condotta al giorno, spostandosi poi il giorno successivo per altri trecento metri.

Le prescrizioni, che sul punto più controverso, quello dell’attraversamento dell’area umida di Palmas Arborea danno ragione a Enura e considerano le osservazioni della Regione troppo rigide, danno grande responsabilità all’Agenzia regionale per la protezione ambientale, l’Arpas. Sarà questa agenzia a valutare, monitorare e supervisionare a tutte le fasi della progettazione esecutiva e poi dei singoli cantieri, per la fauna, la flora, l’ambiente e le infrastrutture presenti che eventualmente saranno toccate dal cantiere. Una parte decisiva del progetto sarà legata al cronoprogramma. Enura dovrà indicare quando e dove opererà e rispettare quelle date. Il ministero riceverà una relazione sullo stato dei lavori ogni anno e uno studio, cinque anni prima, dell’avvio della eventuale opera di smantellamento della condotta, i cui costi, naturalmente, sono a carico dell’impresa, che dovrà ripristinare lo stato originale dei luoghi. Ci vorranno ancora mesi prima di veder approvato anche il tratto nord della dorsale, e poi dovranno essere messi nero su bianco i progetti esecutivi. Anche qui serviranno molte autorizzazioni prima della messa in moto degli escavatori. Enura intanto ha avviato gli ordini legati alla condotta, realizzata in acciaio speciale.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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