La Nuova Sardegna

Il Vaticano taglia i vescovi in Sardegna: dal 2020 saranno 7

di Mario Girau
Il Nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig
Il Nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig

Sono tre le diocesi accorpate: Ogliastra con Nuoro, Ales-Terralba con Oristano, Ozieri con Tempio

02 novembre 2019
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SASSARI. La geografia della Chiesa sarda è ufficialmente cambiata e non ci sono speranze in un ripensamento vaticano. La Sardegna anziché dieci vescovi – come da quasi due secoli – ne avrà 8 quest’anno e sette dal 2020; tre diocesi piccole verranno accorpate ad altrettante più grandi e affidate ciascuna a un solo responsabile. I fedeli dell’Ogliastra, di Ales-Terralba e l’anno venturo quelli del Goceano - Meilogu devono rassegnarsi a perdere in pochi anni la sede episcopale autonoma. A togliere ogni speranza ci ha pensato lo svizzero Emil Paul Tscherrig, 72 anni, dal 2017 Nunzio Apostolico in Italia e nella repubblica di San Marino.

«Il Papa vuole che la Chiesa intera si rinnovi – ha detto il Nunzio al settimanale cattolico “l’Arborense” –. Questo rinnovamento deve coinvolgere le varie diocesi e le istituzioni cattoliche per divenire discepoli, missionari. Molte volte ci siamo dimenticati questa missione. Ci siamo barricati nelle nostre istituzioni, abbandonando in qualche modo quella che è la missione principale della Chiesa: l’evangelizzazione. Il Papa vuole che usciamo e se il Papa chiede di unire le diocesi ha diverse motivazioni. Il motivo principale è unire le forze vive delle comunità per rilanciare il processo di evangelizzazione». Monsignor Emil Paul Tscherrig domenica scorsa a Oristano ha consegnato a padre Roberto Carboni il pallio - un collare di lana bianca con sei croci nere ricamate – simbolo della pastoralità e della comunione del vescovo col Papa e con i fedeli

Il percorso di unificazione delle diocesi prevede tre fasi. Si inizia con l’”avvicinamento2 di due diocesi. Lo scorso maggio Ales-Terralba (57 parrocchie e 56 sacerdoti, 95milaabitanti) è entrata nell’orbita della Chiesa di Oristano: entrambe affidate a monsignor Roberto Carboni nella duplice veste di arcivescovo e amministratore apostolico. Stessa operazione due mesi dopo: monsignor Antonello Mura è stato nominato vescovo di Nuoro e amministratore di Lanusei (60mila abitanti, 34 parrocchie, 41 sacerdoti). L’anno venturo toccherà a monsignor Corrado Melis: sarà vescovo di Tempio-Ampurias e amministratore apostolico di Ozieri (46mila abitanti, 30 parrocchie, 37 preti). La seconda fase, che avverrà dopo un po’ di tempo, sarà l’unificazione “in persona episcopi”, cioè l’unione di due diocesi sotto la figura del vescovo. «La terza fase, di cui non sappiamo ancora i tempi che potrebbero essere quantificati in una decina d’anni, prevede – dice il Nunzio apostolico – l’unificazione definitiva delle due diocesi». Per il momento, il vescovo rimane amministratore della diocesi più piccola, che conserva la propria autonomia.

In questa prima tappa il Vaticano ha chiesto a monsignor Roberto Carboni e a monsignor Antonello Mura di favorire e intensificare la collaborazione interdiocesana di clero e fedeli: convegni, aggiornamenti e pastorale il più possibile unitari. In un certo senso il Papa si adegua alla riorganizzazione in atto nelle diocesi, dove, a causa della carenza di preti, dell’invecchiamento del clero (età media oltre 60 anni) e della diminuzione della popolazione, si accorpano le parrocchie con sacerdoti che guidano due, tre, cinque comunità. Bergoglio ne prende atto e chiede accorpamenti anche nelle diocesi: sono attualmente 226 in Italia, oltre 300 trent’anni fa.

«Questo processo – dice il Nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig – porterà a diminuire gli oneri di amministrazione riducendo a una sola curia e liberando il personale, in particolare i sacerdoti, ma soprattutto è motivato dal rilanciare l’annuncio del vangelo attraverso la collaborazione tra le forze vive delle comunità».

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