La Nuova Sardegna

Il pizzaiolo del camping di Alghero ammazzato dal fratello

Gian Mario Sias
Il pizzaiolo del camping di Alghero ammazzato dal fratello

Daniele Saporito lavorava per sei mesi all’anno al Mariposa. Ucciso a colpi di pistola a Trecate a casa della madre: gelosia il possibile movente

04 novembre 2019
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ALGHERO. Aveva finito la stagione ad Alghero la scorsa settimana ed era tornato a casa. A Trecate, in provincia di Novara. Oltre alla moglie, da cui si era separato da poco, lì vivono ancora la madre, il fratello e la sorella. Era andato per salutare e trascorrere qualche giorno in famiglia, per stare un po’ coi suoi due bambini: dopo la separazione sua moglie Monica era tornata a vivere in Piemonte con il maschietto di 9 anni e la femminuccia, qualche anno più piccola. Il soggiorno non sarebbe dovuto durare tanto, perché poi sarebbe dovuto partire per la stagione invernale. Ma nella tarda mattinata di ieri è stato freddato a colpi di pistola. A sparargli, uccidendolo sul colpo, suo fratello maggiore. È morto così Daniele Saporito, 36 anni, siciliano d’origine ma da una vita trapiantato in Piemonte. Alla base potrebbe esserci la gelosia.

Ormai da otto anni Saporito trascorreva metà del suo tempo ad Alghero. Da maggio a ottobre faceva il pizzaiolo al “Camping Mariposa”, all’imbocco di via Lido, tra l’ospedale marino e il Lido Novelli. Alcuni colpi a bruciapelo l’hanno tramortito all’interno della villetta di famiglia di via Plinio 20, a Trecate, dove abitano la madre Sara, la sorella più piccola, Veronica, e il fratello più grande, Rosario. È stato proprio lui, 40 anni e qualche lavoretto saltuario, a ucciderlo. Dopo l’omicidio si è dato alla fuga a bordo della sua Hyundai, portando con sé la pistola utilizzata per commettere il delitto. Ricercato per alcune ore tra Piemonte e Lombardia, Rosario Saporito si è costituito poco prima delle 18 di ieri, presentandosi alla caserma dei carabinieri di Novara, che fino a tarda sera l’hanno interrogato per tentare di ricostruire la dinamica del fratricidio e di scoprire il movente.

Per cause che ieri a tarda sera erano ancora al vaglio degli investigatori, i due fratelli Saporito hanno litigato. Ad assistere alla prima parte del confronto c’era anche il figlio maggiore della vittima. È stato il bambino a raccontare di essere stato allontanato nel momento in cui la discussione si stava facendo animata e di aver sentito tre spari mentre scendeva le scale per tornare al piano in cui si trovava nonna Sara. È risalito e ha visto il padre a terra, in una pozza di sangue. La madre della vittima e dell’assassino è salita di corsa («aiuto, miei figli si stanno ammazzando», avrebbe gridato secondo alcuni testimoni), ha preso il bambino e l’ha affidato a una vicina.

L’arrivo dei carabinieri e del 118 ha colto tutti di sorpresa: nessuno si era accorto di niente, è successo tutto in un attimo. Mancavano pochi minuti alle 13 e ci si stava per sedere a tavola. Gente tranquilla, i Saporito: il delitto ha destato stupore tra i vicini e chi li conosce. Al momento dell’intervento delle forze dell’ordine Rosario Saporito aveva già fatto perdere le sue tracce, scappando alla guida della sua auto. Dopo cinque ore la resa di fronte ai militari di Novara.

Innamorato della Sardegna, di Alghero, del suo mare e della sua gente, nella Riviera del corallo Daniele si era creato un bel giro di amicizie. La sua morte ha gettato tutti nello sconforto, a iniziare da Massimiliano Verde, che parla a nome della proprietà del Camping Mariposa. «Non riesco a crederci, ci siamo salutati una settimana fa, alla fine della stagione», racconta l’imprenditore turistico. «Era un bravissimo ragazzo, un gran lavoratore – aggiunge – e ci eravamo già dati appuntamento al prossimo anno». I datori di lavoro del 36enne originario di Messina sono davvero increduli. «Sarebbe dovuto ripartire da casa dopo pochi giorni – rivela – mi aveva detto che avrebbe ripreso subito a lavorare. È davvero una tragedia».

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