La Nuova Sardegna

«Nessuna intesa con Coop da Carta notizie false»

di Silvia Sanna

Sardegna Più smentisce il titolare della Cobec: dialogo in corso con vari operatori Lui stesso ritratta quanto riferito alla Nuova: «Non ho firmato alcun accordo»

07 novembre 2019
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SASSARI. Le trattative sono in corso, l’obiettivo è raggiungere un accordo che consenta di portare nei punti vendita Sardegna Più i prodotti e l’insegna di un importante marchio nazionale. Come la Coop o come vari altri operatori nazionali della grande distribuzione: con tutti il dialogo è aperto ma per ora non è stata trovata l’intesa con nessuno. A dirlo è Simone Perra, direttore generale di Sardegna Più, la società del gruppo Cellino che attraverso il suo Centro di distribuzione a Villacidro fornisce la merce a circa 150 supermercati del gruppo Pam, marchio con cui è alleato. Perra smentisce categoricamente la firma dell’accordo con Coop e prende le distanze da quanto affermato ieri sulla Nuova da Rinaldo Carta, titolare dei supermercati Cobec: «A differenza di quanto dichiarato nell’articolo, le società di Carta non hanno sottoscritto alcun accordo con Coop Italia né direttamente né per il tramite della stessa Sardegna Più». Lo stesso Carta fa retromarcia rispetto a quanto da lui affermato 24 ore prima e riportato sul giornale: «Non ho firmato alcun accordo con la Coop», ripete. Non corrisponde al vero dunque che nei 20 supermercati Cobec arriveranno presto – la data ipotizzata era stata aprile 2020 – l’insegna e i prodotti a marchio Coop, come affermato dallo stesso Carta, entusiasta nel commentare gli effetti benefici dell’operazione commerciale. Dichiarazioni dalle quali Sardegna più si dissocia, al punto da annunciare di avere inviato “formale diffida al signor Carta affinché non diffonda millanterie e notizie non veritiere che potrebbero, tra le altre cose, determinare danni o diseconomie presso tutte le parti in causa». Le trattative infatti sono in corso «e queste fughe di notizie false potrebbero seriamente comprometterle», dice Simone Perra.

Lo stato dell’arte. «Attualmente il management e la proprietà di Sardegna Più s.r.l. stanno valutando diverse alternative per la corretta proposizione commerciale: tra le varie ipotesi c’è anche la permanenza stessa nell’emisfero Pam franchising. L’obiettivo – continua Perra – è di raggiungere un’intesa per utilizzare prodotti e insegna di un marchio nazionale nei nostri punti vendita, la maggior parte dei quali sono affiliati e in misura minore in regime di mera somministrazione: ricevono le merci ma non hanno l’insegna Pam». In ogni caso non è prevista alcuna vendita: «Le strutture rimarranno di proprietà del gruppo Cellino – spiega Perra – che ha acquisito Sardegna più nel 2014: la società è stata oggetto di un percorso di salvataggio aziendale a presidio dell’occupazione e del pagamento del buco finanziario maturato dall’ex Cs&D, per poi affrontare una fase di sviluppo legata a criteri di trasparenza, riconoscimento delle filiere e appartenenza al territorio sardo. Da qui – conclude Perra – la nascita della riconosciuta insegna Supermercati DiSardegna, alla quale ora è necessario affiancare una insegna nazionale. Per questo si stanno compiendo tutte le attente valutazioni del caso e il dialogo è aperto con diversi marchi della grande distribuzione».

Affiliati e somministrati. I 20 supermercati Cobec di Rinaldo Carta rientrano nella seconda categoria: ricevono i prodotti ma non hanno il marchio né l’insegna. «In verità – spiega Perra – Sardegna Più non rifornisce direttamente Cobec, sottoposta a procedura fallimentare, ma altre due società che si chiamano Ses e Capri». Nell’operazione di affiancamento con un marchio nazionale potrebbero rientrare tutti i punti vendita – affiliati e somministrati – o solo una parte. «Chi offre il suo marchio vuole punti vendita performanti e senza storie tormentate alle spalle. Dunque – conclude Perra – se e quando si troverà l’intesa si deciderà quanti e quali negozi fare rientrare nell’operazione e quanti eventualmente lasciare fuori».

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