La Nuova Sardegna

In maggioranza 

Si sfiora l’incidente diplomatico tra Lega e Psd’Az

CAGLIARI. La Lega è stata costretta a una marcia indietro sui migranti. L’altra mattina avrebbe voluto che il Consiglio regionale, o come minimo la maggioranza, approvasse un ordine del giorno sugli...

07 novembre 2019
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CAGLIARI. La Lega è stata costretta a una marcia indietro sui migranti. L’altra mattina avrebbe voluto che il Consiglio regionale, o come minimo la maggioranza, approvasse un ordine del giorno sugli sbarchi algerini nel Sulcis. Tra l’altro, non a caso, avrebbe voluto anche che fosse votato nelle stesse ore in cui era in missione a Cagliari la commissione bicamerale Schengen, si occupa proprio di migranti, presieduta dal deputato leghista Eugenio Zoffili. Ma il tentativo è fallito: alla fine i consiglieri del Carroccio hanno ritirato l’ordine del giorno. Lo ha fatto dopo aver saputo che il Psd’Az, suo primo alleato, si sarebbe astenuto. Ma al di là del battibecco interno alla maggioranza è il contorno ad aver accesso gli animi in Consiglio. Il vero scontro c’è stato quando le opposizioni hanno contestato al presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, di aver ammesso l’ordine del giorno nonostante non fosse incardinato – è questa la definizione tecnica – nella mozione presentata da Fdi sulla scuola di polizia ad Abbasanta. «Violazioni e abusi come questo non dovrebbero passare neanche per l'anticamera del cervello a un presidente del Consiglio. Non basta dichiararsi super partes a parole, l'istinto e i gesti sono quelli di chi vuole trasformare questa aula in un luogo a uso e consumo del proprio partito politico», è stato l’attacco frontale di Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti. A censurare Pais è stato anche Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd: «Dichiarare ammissibile un ordine del giorno della Lega, che ammissibile non era, è una forzatura grave e pericolosa». La replica del presidente del Consiglio è stata: «Le mie sono e saranno sempre scelte ponderate e mai di parte. Mai ho fatto distinzioni tra emendamenti o ordini del giorno provenienti dall'una o dall'altra parte. Respingo qualsiasi accusa di faziosità». Alla fine, nel pieno della bagarre, la Lega ha ritirato l’ordine del giorno.

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