La Nuova Sardegna

Il parà Piseddu operato l’Isis rivendica l’attentato

di Silvia Sanna
Il parà Piseddu operato l’Isis rivendica l’attentato

Migliorano le condizioni del militare di Orroli ferito insieme a quattro colleghi

12 novembre 2019
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SASSARI. È stato operato per ridurre l’emorragia interna all’addome e sta leggermente meglio Paolo Piseddu, 45 anni, parà di Orroli in missione in Iraq. Il militare è rimasto ferito insieme a quattro colleghi nell’attentato a 100 chilometri a sud da Kirkuk, firmato dall’Isis: la rivendicazione è stata affidata all’agenzia di propaganda Amaq e rilanciata dal Site. “Con l'aiuto di Dio, soldati del Califfato hanno colpito un veicolo 4X4 con a bordo esponenti della coalizione internazionale crociata ed esponenti dell'antiterrorismo peshmerga nella zona di Kifri, con un ordigno, causando la sua distruzione e ferendo quattro crociati e quattro apostati". In realtà i militari della Task force 44 procedevano a piedi ed erano in cinque: oltre a Piseddu, parà del nono reggimento d'assalto Col Moschin dell'Esercito, c’erano l’altro parà Marco Pisani e i tre militari del Goi, il gruppo di incursori della Marina Andrea Quarto, Emanuele Valenza e Michele Tedesco.

Le condizioni dei militari. Tre su cinque sono stati feriti in maniera più grave: due hanno riportato serie lesioni alle gambe, che hanno comportato delle amputazioni parziali, mentre Piseddu, colpito all’addome dall’esplosione del led, è stato operato per tamponare l’importante emorragia interna. Tutti sono ricoverati in un ospedale militare a Baghdad. Non appena le loro condizioni si saranno stabilizzate e sarà possibile il trasporto verranno rimpatriati. Le loro famiglie vivono ore di angoscia e l’Italia intera li aspetta, commossa anche per la coincidenza temporale con l’attentato di Nassiriya: era il 12 novembre 2003 quando in un attentato suicida morirono nella città irachena 28 ragazzi tra cui 19 italiani, 12 dei quali erano carabinieri. In Sardegna la comunità di Orroli è ammutolita e si stringe agli anziani genitori di Piseddu e ai tre fratelli. A loro è rivolto il messaggio del presidente del Consiglio regionale Michele Pais: «È motivo di orgoglio per l'intera isola l'alto valore della missione che Paolo Piseddu con coraggio, onore e sacrificio svolge al servizio della pace».

Chi sono i cinque. Uomini super addestrati all’interno dei reparti speciali dell’Esercito. Cinque militari preparatissimi e senza volto, la cui identità viene tenuta segreta ed emerge soltanto in queste tristi circostanze. Una linea severissima dettata da ragioni di sicurezza: per questo il giorno dopo l’attentato nei ranghi militari c'è massimo riserbo. Ma è facile pensare che tra i commilitoni ci sia apprensione e molto dolore per quanto accaduto ai colleghi.

L’inchiesta. Intanto gli accertamenti su quanto accaduto domenica vanno avanti senza sosta. La procura di Roma ha aperto un'inchiesta per attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime. Le indagini sono state affidate dal pm Sergio Colaiocco ai carabinieri del Ros. Nel pomeriggio di ieri si è svolto un primo vertice in Procura tra magistrati e carabinieri del Ros e il pm ha ricevuto una prima informativa su quanto avvenuto. Sulla ricostruzione il riserbo è massimo. A parte i punti ancora da chiarire, ci sono comprensibili ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell'attentato sono tuttora presenti militari delle forze speciali italiane. Sino a tarda sera è andato avanti al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa (CSD). A presiederlo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presenti il premier Giuseppe Conte e diversi ministri competenti insieme ai vertici della Difesa. Vari punti all’ordine del giorno tra cui l’esame della situazione nelle principali aree di crisi e l’evoluzione delle forme di minaccia. «Il recente attacco al nostro contingente in Iraq conferma che il terrorismo transnazionale resta la principale minaccia per l'Italia e per tutta la Comunità Internazionale. È necessario continuare a garantire la nostra presenza nelle principali aree di instabilità e contribuire con decisione alle strategie tese a sviluppare un efficace sistema di contrasto comune al fenomeno».

Il ministro Di Maio. «L'Italia non indietreggia e mai indietreggerà di un centimetro di fronte alla minaccia terroristica. Lo Stato italiano reagirà con tutta la sua forza di fronte a chi semina terrore e colpisce persone innocenti, tra cui donne e bambini». Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dopo la rivendicazione dell'Isis. Lo stesso ministro, che giovedì sarà a Washington proprio per la riunione della coalizione anti Isis, ieri ha guidato la delegazione italiana al Consiglio Esteri dell'Ue, a Bruxelles, dove ha informato i colleghi sull'attacco in Iraq.



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